1. Chi è preda e chi cacciatore 2


    Data: 30/11/2018, Categorie: Tradimenti Autore: Harael12, Fonte: EroticiRacconti

    ... milfona; si vedevano molto spesso a casa di uno o dell’altra durante la settimana e noi spettegolavamo sulle loro narrazioni.
    
    Appoggiò il bicchiere sul tavolino e rientrò in cucina, mi alzai e la seguii, mi aveva provocato durante tutta la conversazione, muoveva il vestito come se dovesse farsi aria, aprendo le gambe e facendomela vedere, poi si accarezzava, non in modo rude come a volermela sbattere in faccia, ma delicato per aumentare ancor di più la tensione sessuale. Non si accorse immediatamente di me, la spinsi contro il frigo, emise un urlo di stupore, appoggiai il mio pacco al suo fondo schiena e le mie mani le afferrarono i seni, non pronunciai nessun commento, mi chinai alzandole il vestito “Divarica le gambe” affondai il mio viso tra i suoi glutei e la punta della mia lingua si appoggiò sul suo fiore, “Ahh…” fu l’unico suono che pronunciò, mollai il vestito che mi ricoprì la testa e le spalle.
    
    Mi ero posizionato comodo e proseguivo nel mio lavoro di lingua, non di rado mi celebrava per la mia dote, devo ammettere, è una cosa che ho sempre eseguito piacevolmente, ma sentirsi lodati ti fa ardere il fuoco dentro e metterci ancora più passione; ma il mio scopo quel giorno era ben altro, la sua promessa.
    
    Indietreggiavo, lasciando il pollice a fare le mie veci, iniziò a capire cosa stessi facendo “Vuoi riscuotere il pegno a quanto pare”, le lasciai a malapena finire di pronunciare quelle parole che ero già passato al secondo orifizio.
    
    “Fermati”, arrestai il ...
    ... mio gioco di lingua e falange, ed uscii con la testa dal suo vestito, mi tese la mano, l’afferrai e mi alzai, mi baciò appassionatamente alzandosi in punta di piedi, “Ora andiamo di là”, oltrepassammo il disimpegno ed entrammo in camera, le tapparelle erano abbassate lasciando la stanza nella penombra, si percepiva un leggero profumo di agrumi, il letto aveva già le lenzuola ai suoi piedi, mi sedetti sul bordo, Martina si sfilò il vestito e venne vicino a me, si inginocchiò mi tolse le scarpe, i calzini, slacciò la cintura, aprì il bottone dei pantaloncini, sfilandomeli insieme ai boxer “Tocca a me, goditi il momento” e la sua bocca afferrò il mio membro.
    
    La osservavo intenta nell’affellattio, la sua bocca lo percorreva interamente, lo estrasse ed iniziò a leccarmi dietro la cappella, lo sentivo durissimo, vibrava ogni qualvolta la sua lingua lo toccava, di quel passo sarei venuto, glielo feci capire alzandola e facendola accomodare sul letto, mi tolsi la maglietta, gettandola vicino al resto del mio abbigliamento.
    
    Mi abbassai in mezzo alle sue gambe, dando ancora due leccate ero inebriato dal suo profumo, “Basta leccare, voglio il tuo cazzo”, mi prese per i capelli portandomi sopra di lei, non persi tempo lo puntai e lo spinsi dentro, non ci vollero molte penetrazioni, i suoi gemiti aumentarono, si avvinghiò a me e la sentii venire con un urlo liberatorio.
    
    “Uhm.. scusa, ero veramente eccitata!”, mi invitò a girarmi, con la mano riprese il cazzo ed iniziò a saltarci ...