1. La scampagnata


    Data: 30/10/2017, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... nuovo paesaggio, sennonché ci mettemmo in cammino. Capimmo però ben presto d’aver probabilmente compiuto una stupidaggine: la via, invero, s’infilava in un canalone ancora pieno di neve, il segnavia rosso e bianco del CAI era introvabile e per di più illeggibile sotto lo strato di ghiaccio che copriva interamente il fondovalle, saremmo tornati indietro, ma la ripida scalata senza ramponi che ci attendeva ci fece preferire il rischio di proseguire.
    
    Io ero praticamente terrorizzata e stringevo la mano del mio compagno per paura di sprofondare nella neve o di perderci tra i boschi, tanto più che a parte le impronte delle marmotte, non vi era traccia del passaggio di nessuno. Grazie al cielo, dopo un alto torrione di roccia la neve sparì e ricomparve il sentiero che ci avrebbe condotto a casa. Ero così felice che baciai in modo spontaneo Danilo collocandogli una mano sul didietro poco prima di mettermi a correre lungo il camminamento, che attualmente digradava ripido tra le rocce per poi rituffarsi all’interno d’un boschetto di larici. Ero visibilmente stanca, mi tremavano le gambe per la paura e per la stanchezza dovuta al camminare nella neve, ma soprattutto per la palese inquietudine. Ad un certo punto ci ritrovammo in una piccola radura, con l’erba soffice e verde, il sole che scaldava gradualmente la pelle e un panorama sul piccolo laghetto di montagna che riluceva alcuni metri sotto di noi. Fu lui a propormi di fermarci un poco in quell’angolo isolato di paradiso, e a ...
    ... ben vedere come rifiutare quell’invitante proposta? Ci sdraiammo in tal modo sull’erba per prendere il sole e considerato che su quel sentiero non avevamo visto anima viva io mi denudai del tutto: che splendore, era davvero rilassante, tanto che nel giro di pochi minuti m’appisolai leggermente. Non credo d’aver poltrito per lungo tempo, suppongo un quarto d’ora al massimo, pigramente mi risvegliai e mi ritrovai Danilo sdraiato al mio fianco, che mi guardava tenendosi il cazzo in mano massaggiandolo ritmicamente in maniera accalorata e lussuriosa:
    
    ‘Ma sei per caso scemo? Che cazzo stai facendo? – sbraitai io sbigottita e scombussolata per l’inattesa e inedita sorpresa.
    
    Lui m’aveva tangibilmente spaventata, tenuto conto che io mi sveglio d’improvviso nel bel mezzo del bosco e la prima cosa che vedo spalancando gli occhi &egrave una grossa cappella di colore rosso a pochi centimetri dal mio naso. Pure lui si spaventò leggermente per la mia brusca e insperata reazione, perché stava per rimettere a posto l’arnese, però per farmi perdonare per l’acidula e ruvida reazione di poco tempo prima glielo agguantai fra le mani e cominciai ad accarezzarglielo baciandolo, conversando del suo cazzo, venerandolo convenientemente, così come se stessi discorrendo con il mio uomo. Il suo cazzo era durissimo e gonfio, stava per erompere, giacché non ci volle molto tempo per sentirlo in conclusione sussultare rilasciando la sua corposa e densa sborrata, riempiendomi velocemente la bocca di ...