1. Mia madre, la mia amante


    Data: 28/10/2017, Categorie: Anale Prime Esperienze Tabù Autore: zizzi87, Fonte: xHamster

    ... Sostenendola però, perché ormai barcollava. Tra risolini argentini e frasi sconnesse, la sorressi fin nella sua camera da letto. La feci sdraiare sul letto, e lei si abbandonò ridacchiando più sommessamente lasciando presagire l’arrivo del sonno ristoratore.
    
    Le tolsi le scarpe, il giunbbino di seta ed il velo che, stretto alla vita, tratteneva il leggero tessuto che le fasciava il corpo. Rimase con le calze autoreggenti, in reggiseno e slippino nero. Rimasi sconvolto da quella visione. Quanto era bella, e quanto stupendo fosse quel corpo di giovane femmina che avrebbe risvegliato un morto. Avvertii un insano brivido percorrermi la spina dorsale e, cosa inaspettata, sentii che il mio pene si era repentinamente inturgidito. Non potei fare a meno di accarezzare quelle cosce rotonde, le natiche polpose e sode dalla pelle vellutata. Scostai con le dita la sommità dello slip per intravedere ed accarezzare delicatamente i peletti che già sporgevano. Dopo essermi ricomposto, e scacciati gli insani desideri d’i****to, la adagiai sotto le coperte. Aveva ancora gli occhi aperti e sorrideva, canticchiando una canzoncina a me sconosciuta. Le diedi un bacio sulla fronte e spensi la luce centrale, avendo cura di lasciare accesa quella del comodino. Pian pianino mi allontanai, conservando nella mente quella splendida visione. Al momento di socchiudere la porta, però, mi sentii chiamare. “Tony, vieni qui. Non andare via. Stai con me fino a quando la camera non smetterà di girarmi ...
    ... intorno. Anzi, dormi questa notte accanto a me. Non mi lasciare sola. Ho paura di essere inghiottita da questo vorticoso turbinio…” Sembrava una bambina spaventata, nonostante sorridesse con un’espressione complice e maliziosa. Mi spogliai. Ero solito, a letto, stare a dorso nudo e con gli slip. Mi distesi, lasciandomi accarezzare dalla morbidezza delle lenzuola che emanavano il profumo di Sara.
    
    Avevo il cuore in tumulto. A pochi centimetri da me giaceva il corpo di una splendida donna che senza alcuna esitazione avrei cavalcato, se non fosse stata mia madre. Sara adesso non canticchiava più. Anzi mi stava fissando intensamente, e sorrideva compiaciuta di avermi accanto. Si avvicinò a me e, dopo aver appoggiato il capo sul mio petto disse: “Non doveva farlo tuo padre. Non doveva lasciarmi…per un’altra donna. Per una puttana. Cosa non ha trovato in meche lei è in grado di dargli?Se soltanto sapessi, Tony, quanto mi sento sola…” Si mise a piangere e le lacrime mi bagnarono il petto nudo. Quei rivoletti che scorrevano su di me, avevano uno strano potere così eccitante. Anche perché lei si era stretta a me, e la pressione delle sue cosce nude contro le mie mi avevano fatto indurire il membro, che già fuoriusciva dagli slip facendomi temere che Sara, nel caso se ne fosse accorta, mi avrebbe allontanato. Le torbide sensazioni i****tuose mi avevano catturato al punto tale che non m’importava più che Sara fosse mia madre. Desideravo quella donna meravigliosa e , soprattutto, volevo ...