1. Matilde 02-13 - l'inevitabile


    Data: 02/11/2018, Categorie: Lesbo Autore: Alex46, Fonte: Annunci69

    ... di roccia... come la sua terra d’origine.
    
    - Dammi la spazzola. La tua spazzola, quella là, dai - ansima, indicando l’oggetto sul comodino - e adesso infilami il manico, mettimelo dentro, su. Per te voglio godere come una puttana, una puttana in calore.
    
    A me viene in mente quando mi ero infilata i due vibratori mentre Michele era davanti alla tele. E a quel ricordo, ecco di nuovo quella sensazione di stordimento folle, mi sento quasi svenire. Qualcosa in me tende a bloccarmi, a paralizzarmi, mentre il corpo stesso vuole di più, vuole tutto e non lo nasconde; fa male, è come essere dilaniati da forze opposte.
    
    Senza smettere di accarezzarmi impugno con decisione la spazzola.
    
    Debra mi facilita il compito, allargandosi le labbra con le dita senza smettere di oscillare.
    
    Appoggio il manico all’entrata della sua figa, spingo dolcemente, ma senza fermarmi mai, incitata dalla sua voce: - Chiavami, dai, tieni fermo quel coso che voglio infilarmelo dentro tutto.
    
    L’impugnatura penetra facilmente, come se fosse risucchiata da una bocca avida, scomparendo presto fino in fondo alla vagina.
    
    Debra non ha più controllo, emette solo rumori sordi. Allarga al massimo le cosce madide di liquido, le natiche le si contraggono intorno al cilindro che le tormenta il retto.
    
    Mi strappa dalle mani il controllo e inizia a maneggiare il manico della spazzola come un’ossessa, lo scuote dentro di sé, lo muove su e giù come se fosse un pene, imbrattandolo subito di secrezioni ...
    ... abbondanti.
    
    Si sta impalando da sola, su quei due falli, assaporando ogni goccia di godimento, mentre due dita della mano destra si accaniscono sul clitoride vistosamente eccitato e ormai del tutto esposto.
    
    Mi piacciono da morire le sue tette che ballano appena da tanto sono sode, mi prende una voglia irrefrenabile di affondarci la faccia e di succhiarle.
    
    Debra con la mano libera afferra la mammella sinistra e se la spinge all’altezza del viso ripiegato in basso. Tira fuori la lingua e inizia a stuzzicarsi il capezzolo, descrivendo con la punta cerchi regolari intorno al rilievo dell’areola, poi si concentra sulla punta, slinguandolo con tocchi rapidi e frequenti. È indecente, come un’attrice porno di fronte al suo pubblico.
    
    Io trattengo il respiro sfinita, di fronte a questo bombardamento emotivo. La mia sinistra è sempre ben piantata tra le gambe, a palmo aperto, quasi si muovesse meccanicamente; la destra sta diteggiando il buco del culo, massaggiandolo con fermezza, anch’essa in piena libertà, come se fossero arti staccati dal controllo del cervello.
    
    Decido di infilarmi il dito medio, fino in fondo, preparandomi a un dolore acuto. Lo sfintere si dilata, lasciando entrare il dito, poi si richiude subito, avvolgendolo. Muovo il dito avanti e indietro in accordo con le dita dell’altra mano, che stanno violando la figa, talmente dilatata e fradicia da riceverne tre tutte in un colpo.
    
    Sono felice, eccitata, oscena. Dalle nostre bocche escono frasi smozzicate, senza un ...
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