1. Il corpo della professoressa


    Data: 13/10/2018, Categorie: Etero Autore: CxMIII, Fonte: RaccontiMilu

    ... prestato un’antologia di poesie dei romantici inglesi ed io mi sono dimenticato di riportarle il libro.
    
    Beh, veramente sono due settimane che me ne dimentico, ma oggi è proprio esplosa.
    
    La sua sfuriata ha lasciato tutti senza parole, con il capo chino, mentre io avrei voluto nascondermi sotto al pavimento.
    
    ‘Ora basta, Ronchi, sono due settimane che mi prendi in giro, quel libro mi serve e ci sono anche molto affezionata, oggi pomeriggio, alle cinque, non prima, perché non mi trovi, me lo porti a casa, questo è l’indirizzo’.
    
    Io ho preso il foglietto che mi porgeva e me ne sono tornato al mio banco.
    
    Abita dall’altro capo della città ed ho pure il motorino rotto, così ho perso mezzo pomeriggio con l’autobus.
    
    Ho suonato il citofono, accaldato per il lungo tragitto sotto al sole ed ho sentito solo la sua voce che mi diceva semplicemente ‘terzo piano’.
    
    Quando mi ha aperto la porta ho avuto la mia prima sorpresa: la professoressa Randazzo, quando è fuori servizio, è diversa.
    
    Senza occhiali, con i capelli sciolti, che le arrivavano sulle spalle, non sembrava più la iena che siamo abituati a vedere in cattedra.
    
    Anche gli occhi, sarà forse la mancanza delle lenti, mi sono sembrati di un bell’azzurro caldo.
    
    Mi ha fatto accomodare sul divano, dicendo che andava a prendermi qualcosa di fresco da bere e qui ho avuto la
    
    : indossava un vestitino leggero, senza maniche e scollato, che le arrivava un palmo sopra al ginocchio.
    
    Quando si è allontanata per ...
    ... andare in cucina è passata in controluce davanti alla finestra e, la trasparenza dell’abito, mi ha permesso di gustare la bellezza del suo corpo: un paio di gambe splendide, lunghe, dritte e ben modellate e due chiappe favolose, da far sembrare il culetto di Lory una cosa da niente.
    
    Quando è tornata, tenendo tra le mani un vassoio con due grandi bicchieri di orzata, ho osservato il resto: due grandi tette, ancora belle sode, che si muovevano leggermente al ritmo della sua camminata, sicuramente libere dall’impaccio del reggiseno.
    
    L’ultimo sguardo, prima che posasse il vassoio sul tavolinetto, è andato ai suoi piedi, snelli, abbronzati e curati, che avanzavano veloci nelle pantofoline rosse con il tacco alto.
    
    Si è seduta sul divano vicino a me e mi ha passato uno dei due bicchieri.
    
    Lei parlava, ma mi sono accorto che non riuscivo a sentire neanche una parola, ero completamente ipnotizzato dalla sua presenza e il mio sguardo oscillava indeciso tra le sue caviglie fini e la scollatura del vestito, piena di tutto quel ben di Dio, passando per le cosce, quasi completamente scoperte, perché sedendosi il vestito era risalito e lo spacco si era leggermente aperto.
    
    Ad un certo punto l’ho fatto.
    
    Non riesco ancora a capacitarmi, ma io, Luca Ronchi, quello imbranato, quello che non ha il coraggio di provarci con le compagne di scuola, quello che al massimo arriva a farsi le seghe di notte dentro al letto, sì, proprio io ‘ insomma le ho infilato una mano in mezzo alle cosce, ...