1. Esuberante attesa


    Data: 11/10/2018, Categorie: Sensazioni Sesso di Gruppo Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ‘E’ già tutto stabilito. Tu andrai a prendere Viviana alla stazione, poi io v’aspetterò qui per il pranzo’ – esordì lui in modo energico e spigliato.
    
    Quella mattina, difatti, partii di buon’ora utilizzando l’autostrada, eppure il mio pensiero era fisso e rivolto in maniera tenace per lei, per come sarebbe stata realmente incontrarla e alla fine esaminarla dal vivo. Ambedue, infatti, c’eravamo scambiate solamente dei messaggi con la posta elettronica, persino delle foto e c’eravamo sentite qualche volta anche al cellulare, nulla di più. Io arrivai in stazione e dopo aver parcheggiato l’automobile bramavo d’adocchiarla ansiosa e impaziente tra la folla per cercare d’individuarne il volto. Fu allora che la vidi: era longilinea con i capelli neri lunghi e mossi, gli occhi scuri con quei lineamenti dalle caratteristiche fattezze mediterranee.
    
    ‘Ciao, tu sei Martina vero?’.
    
    ‘Sì, sono Martina, lieta di conoscerti’ – risposi io gioiosa.
    
    In quello stesso istante lei avvicinò le sue labbra alle mie e davanti a tutti mi baciò. Io ancora un po’ sgomenta sistemai la sua valigia nel bagagliaio e le aprii la porta per farla salire. Durante il viaggio il mio sguardo si posò sulle gambe messe in risalto da una gonna nera non troppo corta, che per non spiegazzarsi aveva alzato leggermente mettendo in spicco le cosce fasciate dal pizzo di quelle calze autoreggenti nere. Fu in quell’istante che mi vide sbirciare e senza battere ciglio m’agguantò la mano destra e se l’appoggiò sul ...
    ... perizoma di pizzo nero che mostrò maggiormente in evidenza alzando ulteriormente la gonna. Io avvertivo il calore salirmi al cervello, dato che non vedevo l’ora di baciare quel sesso intriso dei suoi fluidi, mentre lei socchiudeva gli occhi e s’abbandonava spudoratamente sul sedile. Il viaggio sennonché fu breve.
    
    ‘Benvenute’ – disse lui al nostro arrivo, mentre baciava prima una e poi l’altra.
    
    Durante tutto il pranzo io non pensavo ad altro, sennonché a quello che sarebbe successo da lì in avanti, per il fatto che percepivo l’aspirazione e la voglia di quella donna piuttosto febbrile e forte oltremodo, davvero a dismisura. In quegli attimi mangiammo in fretta le pietanze, proprio come se volessimo tutti accelerare il momento che sognavamo da qualche tempo. In un attimo ci ritrovammo a dirimpetto e cominciammo a baciarci intrecciando le nostre lingue, mentre le mani scorrevano su quei corpi in cerca delle nostre forme, per il fatto che ambedue c’eravamo perfino dimenticate di lui, che a quel punto quasi annoiato e spazientito esclamò:
    
    ‘Vi siete scordate di me bambine?’.
    
    Lui s’aggregò a noi in un lungo bacio, mentre io sentivo marcatamente le sue dita insinuarsi tra le mie gambe. Ci trovammo sul letto tutti e tre, per il fatto che eravamo invase appieno da quel mulinello di trasporto che avvertivo ampliarsi sempre di più dentro di me, giacché nella mia mente continuavo a pensare, ti voglio mia ora, adesso. Io la spogliai lentamente guardando il rossore delle sue guance ...
«123»