1. Fugaci amplessi casuali. (tradotto: una sveltina)


    Data: 10/10/2018, Categorie: Etero Autore: Viktorie, Fonte: RaccontiMilu

    Sto appoggiata al muro dell’edificio come se fosse la mia presenza a tenerlo su, fissando il vuoto, sentendo i bassi della musica del locale far tremare l’aria attorno a me.
    
    Mi porto la sigaretta alla bocca, non sono una che fumi molto (e qualche mese dopo smetterò totalmente) ma in questo momento non ci trovo niente di male, soprattutto &egrave una scusa per non dover dare retta a chiunque mi pretenda dentro. Mi serve una pausa, la serata lavorativa non &egrave delle più semplici.
    
    Da una porta esce un ragazzo sistemandosi il braccialetto di carta del locale che appioppano a tutti quando escono.
    
    “Questi cazzo di braccialetti…” Commenta, voce arrochita dall’urlare nel locale.
    
    Dato che siamo solo io e lui, e mi fissa, non posso evitare il dialogo anche se vorrei. “C’&egrave chi li colleziona.” Dico, dando un altro tiro.
    
    “Sono scomodi, te li devi tenere su la prima volta che esci…”
    
    Annuisco. Non sono praticissimi.
    
    “Meglio dei timbri.” Sbuffo del fumo. “Scherzi? Hai da accendere… Grazie… Perché i timbri non vanno bene?”
    
    Ci penso un secondo, dando una boccata alla sigaretta, guardandolo. Bel ragazzo, normale, abbigliamento un po’ da hard rock, giubbetto crocchiante di pelle. Io ho il mio trench d’affezione, lungo e comodo a nascondere l’abbigliamento sottostante.
    
    “Si timbrano le lettere, la carne, non le persone, &egrave… No, le persone non si timbrano.”
    
    Lui sorride ironico, si dirige a grandi passi lungo il muro dell’edificio, più lontano da me nella ...
    ... strada stretta.
    
    “Oh dai cazzo, ma dentro ci sono i bagni!!” Esclamò, capendo la sua intenzione.
    
    Sbuffa fumo, mandandomi a quel paese. “Si, con una coda che neanche alle poste. Fanculo, ho bevuto troppo e devi pisciare.”
    
    E nella mezza luce della stradina, estrae…
    
    “… Ty vo… Le!!” Esclamo, portandomi la mano alla bocca.
    
    “Come??” Dice cominciando a orinare, incurante del mio sguardo.
    
    L’odiatore di braccialetti sta mingendo da un organo di proporzioni inusitate. Un salsiccione spesso e grosso dalla fattura più che apprezzabile.
    
    Le dimensioni non contano, ma cavolo se fanno una discreta figura.
    
    “Che c’&egrave, mora, piace da vedere?” Dice sorridendo, finendo il suo lavoro di decoro di muro.
    
    “Beh, complimenti al dna.” Ironizzo. In realtà sono molto ingolosita e seria.
    
    “Non morde, sai?” Dice, rallentando apposta l’operazione di ritiro dell’attrezzo.
    
    “Oh non mordo nemmeno io, a meno che non ti piaccia…” Mi scappa dalla bocca fissando la carne penzolante. Cazzo Vik, datti una calmata!
    
    Spengo la sigaretta nel posacenere.
    
    “Finito di fumare?” Sorride, ancora a pene sventolante.
    
    “Dalle mie parti si dice che una ‘fuma’ quando fa certe cose…” Ammicco, aprendo la porta di servizio “… E non sono cose che fanno scattare allarmi antincendio qui dentro…”
    
    Dieci minuti dopo siamo al buio, mi ha palpata abbondantemente, ho fatto lo stesso, e sono schifosamente in frenesia accosciata sui miei tacchi carezzandogli con due mani e tutta la bocca quel bastone ...
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