1. Rosso


    Data: 03/10/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: nazario89, Fonte: Annunci69

    Basta! non se ne poteva più…decisi che era il momento di staccare la spina, sparire per un po’ da tutto e da tutti, di cambiare aria.
    
    Feci le valigie in un attimo, il bus a mezz’ora dalla partenza! destinazione? uno dei tanti paesi arroccati in montagna che guardano con indifferenza e fascino lo jonio dall’alto, dove tutto progredisce e procede piano ,dove ancora il susseguirsi dell’inverno e dei profumi, dell’estate e delle pioggie, della primavera e della luna e dell’autunno e il sole scandiscono un ritmo di vita lento ma meraviglioso ,dove la gente semplice che abita lì accoglie chiunque, ma forse non molto chi come me non può adeguarsi all’antico codice uomo-donna, dove l’apparire conta e “i gìanti”(la gente) sono giudici sovrani anche sul colore nero di un luttuoso vestuario che copre in realtà a volte la trionfante fine di un matrimonio e di una convivenza pesanti.
    
    Scesi dal bus e mi incamminai verso la mia casa in periferia, sotto gli occhi scrutatori di chi mi vide in piazza e chiedeva negli occhi degli altri chi fossi…non mi piacque questo xeno-trattamento e andai al quel tavolo apparecchiato con amari e briscola e dissi il mio nome e cognome anzi no, il mio nome ,patronimico e nome della stirpe, in quei luoghi i cognomi sono roba da burocrati…tutti furono pronti a offrirmi un passaggio e di buon grado accettai poiché la mia casa era sommersa nelle vie più sperdute del paese.
    
    Salutai il mio tassista per caso e scesi prima del viottolo sterrato che guidava ...
    ... il mio punto di arrivo, mi ritrovai lì davanti alla mia casa, quella casa in cui avevo visto le spalle di mio nonno curvarsi sotto il peso della vecchia fatica e della faticosa vecchiaia ,le spalle della mia adorata nonna danzare lievemente al suono flebile di quei saettanti ferri da maglia e reggere severamente e coraggiosamente il carico di una famiglia numerosa, le spalle di mio padre che usavo da bambino come lettiga, le mie spalle ,quelle che avevo voltato a questo mondo e le stesse che però avevano bisogno di quella casa per sorreggersi e sorreggermi…se c’è un luogo in cui sono stato davvero felice, questa casa era una di quelli e piansi nel vedere quanto questa potesse essere mendicante di attenzione e cura, ma un inevitabile e nostalgico sorriso mi sovvenne diviso fra il vecchio forno ,il camino e i bauli con le segrete di castagno. Ero nel mio castello, sempre bellissimo anche in quel severo novembre.
    
    Mi accorsi che la legnaia non era molto fornita e, attraversati tutti campi con quei neonati germogli di grano ,andai a raccogliere quanta legna potessi portare, ritornai e accesi il camino e quelle fiamme avevano illuminato anche il ricordo dell’antico splendore…mi riposai un po’.Scesi in paese per salutare I parenti ma soprattutto per fare scorta in uno di quei minimarket (più mini che market) di cibarie varie, andai anche al tabacchino per le altre scorte vitali ;) e d’improvviso il cellulare iniziò a inviare notifiche all’impazzata, all’epoca usavo un’app che ...
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