1. Io ci avevo creduto


    Data: 16/09/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: scopertaeros69, Fonte: EroticiRacconti

    Ci sono storie che ti cambiano, che ti portano dove credevi di non poter arrivare, che ti hanno fatto male, molto male, tale che in quel momento ti sembrava ti mancasse l’aria stessa, storie per le quali volti pagina e speri che il ricordo sbiadisca e ti abbandoni, le stesse storie che invece , peggio di uno stronzo che il flusso dello sciacquone non riesce a spingere oltre il sifone, tornano a galla (bella immagine che vi ho evocato vero? Ma rende l’idea straordinariamente).
    
    Storie che hai paura che abbiano ancora qualcosa da dire, anche se è una paura infondata e non possono più farti del male, ma non lo sai finché non ci ricapiti sopra.., questa è la storia di cui vi parlerò.
    
    Avevo ventisette anni e lei diciannove, lavoravamo insieme da due, ed io mi ero innamorato di lei.
    
    Sedici parole e una “e” di congiunzione, tanto è bastato per raccontare il nostro rapporto, fin qui nulla di strano.
    
    I problemi arrivavano da una differenza di età non tanto mentale, e neppure fisica, quanto emotiva; io ero cresciuto sotto la spinta della vita troppo in fretta e lei stava iniziando a fiorire come donna solo in quel momento.
    
    Eppure la trovavo meravigliosa, piena di vita, speranze e coraggio, qualità in una donna, che non mi hanno lasciato mai indifferente; passavamo molto tempo fuori del lavoro insieme, ricordo una domenica passata al Colle dell’Agnello, con quel pranzo al sacco improvvisato.
    
    A quell’epoca i negozi aperti la domenica non erano ancora una norma, ma un ...
    ... eccezione, gli esercizi presso i quali potevamo fare acquisti erano spesso botteghe che avevano nel retro la cucina dei proprietari o una scala che portava al piano superiore dove vivevano, piccole stanzine, piene di ogni genere merceologico, tabaccheria e Bar e sature di odori che oggi possiamo solo sognare.
    
    Da lì uscivi con una varietà ristretta di generi: salame, formaggio, pane casareccio, vino e occasionalmente qualche bibita.
    
    Quella domenica in particolare trovammo della Pepsi-cola, cosa che originò una gara di rutti a dir poco epocale, per fortuna era primavera inoltrata, se ci fosse stata la neve avremmo come minimo scatenato una slavina.
    
    In quell’occasione però la vidi per la prima volta come quello che sarebbe divenuta: un maschiaccio certo, ma anche una splendida donna.
    
    E mentre faceva la scema a provare di fumare, (provando a tentarmi, ma io non avevo mai neppure iniziato, né l’ho fatto mai), io scherzando maliziosamente le risposi con la frase della Sabbry di Luciana Littizzetto: “Fuma ecologgico”.
    
    Mi guardò con quello sguardo tipo “ Davvero? Parli sul serio?” e poi scoppiò a ridere.
    
    “Sai? vorrei farmi un tatuaggio” esordì di punto in bianco.
    
    “Ah! E cosa?” chiesi io.
    
    “Un cobra reale”
    
    A quel tempo viaggiavo spesso con un blocco da disegno, non credete sono pessimo, solo alcune cose mi vengono bene, e le schizzai un Cobra esattamente come lo aveva immaginato lei, le regalai lo schizzo e facemmo anche una foto dove lei faceva una faccia buffa ...
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