1. Un amore diverso


    Data: 10/07/2023, Categorie: Lesbo Tue Racconti Autore: pennabianca, Fonte: RaccontiErotici.xyz


    Angela riuscì a chiudere la porta dietro di se, le imprecazioni di sua madre rimasero fuori, anche questa volta era quasi andata bene. Con la lingua sentì il labbro inferiore, un sapore di sangue le confermò che il ceffone di sua madre, le aveva procurato un piccolo taglietto. Doveva andarsene. Si, doveva andare via da quella casa. Si avvicinò alla finestra, fuori il cielo era grigio, la sua vita era grigia, tutto era grigio in quel posto, grandi palazzoni di edilizia popolare, in un quartiere che col tempo era degenerato, abitato da ladri, puttane, spacciatori e balordi di ogni specie. Sua madre abitava lì, in un appartamento in affitto, suo padre mai conosciuto, forse era uno dei tanti fidanzati di sua madre. Una bella donna, che col tempo si era degradata fare la prostituta, o a vivere sempre semi ubriaca, a girare per casa mezza nuda, convivendo sempre col balordo di turno, che regolarmente la sfruttava, e poi le dava un calcio e via. Dove andarsene, l’ultimo amico di sua madre era un tipo poco raccomandabile, peggiore degli altri, che si erano avvicendati prima, un bulletto che si credeva furbo, l’aveva guardata con occhi cattivi. 
    «Tua figlia sta diventando bella, uno di questi giorni le insegno il mestiere, così vi metto a battere in strada tutte due, e guadagno il doppio.» 
    Quelle parole ad Angela le avevano fatto venire la pelle d’oca, ora doveva scappare se non voleva fare quella fine, era riuscita a sfuggire due, o tre volte, a uno stupro, non voleva che ...
    ... fosse lui a prendere la sua verginità. Andava scuola dall’altra parte della città, vicino a casa di sua zia Ada. Lei si che era una vera donna. Aveva studiato, si era sposata con un ferroviere, possedeva una bella casa, amava stare con lei, specie da quando un anno fa, era morto suo zio stroncato da un infarto. Sua zia era sempre felice di averla in casa. Angela sapeva farsi volere bene. Era una ragazza sveglia, sapeva, fare tutte le faccende domestiche e lo faceva volentieri per sua zia, che non aveva figli, quindi la considerava, e le voleva bene come una figlia. 
    «Questa casa è sempre aperta per te.»
    Le diceva sempre. A volte, Angela passava da lei per non tornare a casa, si sentiva bene con lei, ora doveva scappare, a quasi diciotto anni doveva, decidersi. Mise dentro lo zaino i libri, in una sacca i pochi vestiti che aveva. Vestiva sempre in modo da non attirare l’attenzione, in classe passava quasi inosservata, mentre vedeva le sue compagne, vestirsi sempre in modo da attirare lo sguardo dei maschi, lei riusciva a scomparire anche in mezzo alla folla. Uscì piano dalla camera, sua madre era in bagno, chiuse piano il portone, quando stava per scendere le scale, vide il balordo che saliva. In silenzio salì al piano di sopra, lui entrò in casa, aveva le chiavi. Scese, corse fuori, prese al volo il bus che l’avrebbe portata dall’altra parte della città. Non si girò, forse sua madre non se ne sarebbe accorta della sua scomparsa che fra qualche giorno. Ada la vide davanti al ...
«1234...9»