1. luca1952


    Data: 11/09/2018, Categorie: Etero Sensazioni Autore: millegirasoli, Fonte: RaccontiMilu

    ... posto nel suo ruolo. Ma in fondo lei sapeva che conosceva anche l’insicurezza, ma non lo dava mai a vedere, specie in pubblico. Quelle labbra sulle dita della sua mano, che baciavano una falange alla volta, si soffermavano leggermente sul polso. Quelle labbra piacevolmente calde e leggermente umide. Quella mano che stringeva la sua per favorire quell’adorazione d’altri tempi.
    
    Si sentì nuovamente scossa da un brivido che esplose all’altezza delle ginocchia per risalire mettendola quasi in imbarazzo per l’incapacità di rimanere seduta composta sulla sua sedia.
    
    Si sentì osservato e la fissò, prestando comunque la dovuta attenzione al suo interlocutore. Lui era sempre stato così, in qualsiasi loro conversazione, scambio di messaggi: una parte con lei e una con il suo lavoro. Quegli occhi le scostarono il lembo del foulard che poggiava sul seno, mettendo in mostra le sue forme. La palpebra scese leggermente, indice che guardava più in basso, guardava e accarezzava quelle rotondità che aveva sempre immaginato di stringere, baciare, mordere, dalle quali lasciarsi inebriare. Poggiare il capo tra quelle morbide colline, perdersi nel profumo di quella pelle, accarezzarne il tessuto così vellutato.
    
    Il cameriere rispose al gesto che lui fece con una mano, ma attese la conclusione della telefonata per avvicinarsi.
    
    ‘Puoi fermarti a cena, vero? Qualcosa di veloce, io poi devo vedere una persona’.
    
    Lei si limitò ad annuire con un cenno del capo, pensando alla persona che ...
    ... dovesse incontrare, un cliente, un collega, una donna’
    
    Ordinò per lei una sogliola al limone e per sé una spigola ai ferri. Conosceva esattamente quello che le sarebbe piaciuto mangiare, senza essere mai stati prima a cena assieme. Chissà se sapeva anche cosa indossava sotto gli abiti o cosa pensava ci potesse essere.
    
    Si allentò leggermente il nodo della cravatta, desiderando di aprire quei bottoncini che chiudevano quella maglia nera. Farla scendere dietro le spalle e lasciarle nude, con il solo reggiseno.
    
    La spallina leggermente scostata, il seno non più da ventenne che si abbassa leggermente e cerca di uscire dalla coppa di pizzo nero. Le mani di lei che non riescono a trattenersi e affrontano le asole della camicia, lentamente, una alla volta, assaporando quel dopobarba che sa di rasato da poco.
    
    Mentre stava per accarezzare quel torace che emanava calore e desiderio il cameriere adagiò la sogliola profumatissima davanti a lei e le poggiò il tovagliolo sulle gambe.
    
    Lui piantò la forchetta sulla sua spigola come se avesse voluto infilzare il cameriere per la sua tempestività. Lentamente poi con la lama del coltello percorse quel corpo prono e sinuoso a sua disposizione, dall’estremità inferiore fino al capo. Sfiorarne i fianchi gli regalò un’eccitazione che non provava da tempo, una sensazione di potere incredibile su quel corpo, vedere ogni singola particella reagire al suo passaggio.
    
    Lei prese un boccone dal piatto, lo osservò voluttuosa e lo portò alla bocca, ...