1. luca1952


    Data: 11/09/2018, Categorie: Etero Sensazioni Autore: millegirasoli, Fonte: RaccontiMilu

    ... genere e firmandoli, per la prima volta, con il proprio nome, cercando di mettere un po’ d’ordine nella sua vita e nel suo modo di lavorare.
    
    Le sembrò di sentire il cellulare vibrare, indicando che era arrivata una mail. La guardò solo 10 minuti dopo, quando aveva terminato l’articolo da mandare in redazione.
    
    ‘luca1952 ti ha inviato un messaggio’.
    
    Era lui. ‘Ho letto i tuoi articoli. Complimenti. Finalmente hai deciso di usare il tuo nome.’
    
    ‘Grazie’ Non sapeva che altro rispondergli. Non sapeva che altro aggiungere al grazie.
    
    ‘Sono nella tua città per una conferenza domani mattina, ma dovrei arrivare questa sera visto che sono di strada. Ci prendiamo un aperitivo assieme?’
    
    Lesse e rilesse quel messaggio almeno 10 volte, almeno 20 volte, almeno 30 volte. Scrisse ‘ok’.
    
    Lui sapeva cosa voleva dire quell’ok: ‘si, va bene, ma non capisco perché dopo tanto tempo, e dopo tutte le volte in cui ci saremmo potuti incontrare e non lo abbiamo fatto. Va bene, ma io vorrei delle spiegazioni, ma non ho il coraggio di chiedertele, per paura che poi non ci si veda più. Chissà come ti aspetti che sia, chissà come sei realmente, cosa mi devo mettere, come devo comportarti, cosa ti aspetti da me…’.
    
    ‘ok e basta?’ chiese lui, sapendo e intuendo tutto quello che le passava per la testa.
    
    Lei, cercando di scherzare come ai vecchi tempi: ‘Sarò veramente lieta di poter passare qualche attimo del mio tempo con lei, la prego di farmi comunicare dalla sua segretaria il luogo e ...
    ... l’ora dell’appuntamento e vedrò di esserci.’
    
    ‘Hilton, ore 19, presentati con il tuo nome alla Reception’.
    
    Si chiese se doveva rispondere con un altro ok, o se essere più esplicita o lasciarlo nel dubbio. Tentennò talmente tanto che arrivò un altro messaggio da parte sua: ‘Ci conto. Ora mi rimetto al lavoro, buona serata.’
    
    Tutto qui? Dopo due anni di silenzio.
    
    Tutti i suoi pensieri cominciarono ad agitarsi di nuovo, immaginò mille scene al barcone del bar dell’Hilton. Immaginò cosa potesse ordinare, visto che era astemia. Si immaginò che lui avrebbe bevuto un bicchiere di vino rosso. Sapeva che lo amava. O forse avrebbe bevuto un aperitivo dal nome strano, molto americaneggiante. Lui aveva vissuto la maggior parte della sua vita in giro per il mondo, per lui era normale.
    
    Come si sarebbe dovuta vestire? Non è il caso di andare in jeans e t-shirt al bar dell’Hilton. Una gonna? Un tailleur? Come si aspettava di trovarla?
    
    Cosa si aspettava di trovare. Chi si aspettava di trovare.
    
    Indossò un elegante paio di pantaloni e una maglia nera, con mocassini e un foulard che aveva preso a Parigi l’estate prima. La rassicurava sempre avere addosso qualcosa che la faceva stare bene, che le ricordava un momento in cui era stata bene. Le aveva spedito molti messaggi mentre era a Parigi per un convegno e quando lei aveva detto di essere indecisa tra un foulard sull’arancio e uno sul viola lui aveva suggerito il viola.
    
    Il portiere dell’Hilton le aprì la porta. Non era ...