1. Il giovane commesso - 2


    Data: 11/09/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: Foro_Romano, Fonte: Annunci69

    2. Il padrone
    
    Quel pomeriggio non fece altro che pensare a lui. Per un uomo così avrebbe dato tutto se stesso. Quello che avevano fatto era solo un piccolo accenno a tutto quello che avrebbero potuto fare a letto. Ma forse era tutto un sogno: quello era stato solo uno sfizio e non lo avrebbe più chiamato, dimenticandosi presto di lui. Già, sempre così. Ti fai tante illusioni, tante aspettative e poi nulla. Resta solo l'amarezza di essere stato usato, di non essere stato considerato più di tanto, di non essere stato all'altezza di quello che l'uomo voleva o di non aver avuto più tempo per dimostrargli chissà cosa. Tutti pensieri che non facevano altro che riempirlo di ansia. Basta. Ogni cliente che entrava serviva a distrarlo ma, quando se ne andava, puntualmente, si ripresentavano.
    
    In chiusura arrivò Carlo, il padrone.
    
    Un uomo sulla cinquantina, ancora fisicamente tonico e di aspetto piacevole che dimostrava di essere stato un gran bell'uomo da giovane. Aveva due grossi baffi dal taglio deciso, corvini come i capelli, ma brizzolati sulle tempie. Quello che lo peggiorava era quel suo essere sempre accigliato, brutale e nervoso. Quel giorno più del solito.
    
    "La cretina, di mia moglie. Sempre a crearsi problemi per come spendere i soldi. Mai che pensi che vanno prima guadagnati! Solo spendere. Come sono andate le vendite?".
    
    "Beh, non c'è male, è stata una giornata discreta".
    
    "Si, si, ma mai al passo di quanto quella scema sperpera. Non ha altro da pensare, ...
    ... quella. Ma perché non si trova un amante e si leva dai coglioni, dico io. Se li facesse pagare da lui i conti. Sai quanti resisterebbero? Tsè. Ma tanto ci stò io, il minchione, che paga".
    
    "Meno male che ci sei tu a farmi sbollire la rabbia. Vieni qua" e lo tirò a sé in modo rude. Non perse tempo. Subito lo fece inginocchiare, si aprì i pantaloni e glielo sbatté in faccia. "Tieni, guadagnati lo stipendio, datti da fare... Muoviti, che aspetti?". Giacomo sentiva che lo avrebbe fatto pure volentieri, in fondo si sentiva troia e, come tale, doveva accontentare il maschio, ma ancora non capiva se quei suoi modi ruvidi gli piacevano o meno. Ogni sera, alla chiusura, era sempre la stessa storia. Glielo succhiava, insalivandolo per bene, e poi glielo metteva al culo, senza tanti preamboli. Così fu anche quella sera. La monta, come sempre, fu molto dolorosa, all'inizio, ma poi quasi più piacevole del solito, perché il ragazzo volle pensare che dietro di lui, a fargli il servizio, ci fosse Bruno, quello per il quale gli era ormai chiaro che aveva preso una cotta.
    
    L'uomo ci dava dentro di brutto. Lo fotteva senza pietà, spaccandogli il culetto e sfondandolo a raffica col suo grosso cazzo, duro come il marmo. Ad ogni affondo il ragazzo non poteva trattenere un gemito o un flebile grido. Inoltre, si potevano sentire lo schiocco dell'interno cosce del maschio sulle tenere chiappette, lo sciacquettio nel buco spanato, l'odore intenso di sesso, i grugniti dell'uomo, sempre più infoiato e ...
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