1. Una calda rivincita


    Data: 05/09/2018, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Lestat_Arteus, Fonte: RaccontiMilu

    ... di scuola e fu, ai tempi, la classica fiammella amorosa mai corrisposta. Irene, ah era cresciuta bene, Irene. Ricordavo assai bene la sua risata zuccherina e sincera, e di nuovo portava quei capelli rossi naturali come allora: liscissimi, lunghi fino alle spalle, semplici ma non banali. La carnagione chiarissima piena di lentiggini, gli occhietti piuttosto piccoli di un azzurro molto chiaro. Corporatura normale, minuta, ma non troppo, e una modestissima seconda di seno, a dir tanto. Nell’insieme non poi una meraviglia, ma sapete come reminiscenze del genere possano giocare a favore nel rivedere la bellezza estrinseca di una persona. Non meno importante era il suo carattere, dacché se fosse stata simile alle sue amiche che riempivano la gallinaia, fin da subito avrei evitato di riconquistarla. Sì, poiché qualunque fosse stato il risultato, volevo riconquistarla, almeno per dare un senso alla serata. Tanto valeva, vista la noia, dare un po’ di pepe. Non lo scelsi, fui obbligato dal profondo, fin dai saluti iniziali, in cui la baciai sulle guance fuori dal ristorante, assaporando il suo velatissimo profumo di donna, in mezzo a convenevoli da diabete.
    
    Non credo mi sia concesso raccontare qui i vecchi trascorsi erotici con lei (ovviamente vissuti puramente nella mia testa, visto che non mi filava se non come buonissimo amico!) dei tempi delle scuole medie, per ovvie ragioni. Sappiate solo che ho due episodi in mente: uno di quando si sedette sulle mie ginocchia, un bel ...
    ... pomeriggio nel doposcuola, e lì mi accese le mille fantasie, dacché la toccavo in ogni dove, quasi innocentemente. Dovevo far ridere assai, ero sciocco e bruttino, a quei tempi! E due, nella classica gita di tre giorni, in cui ero ormai cotto di lei, e feci le follie tra scappatelle e sms pur di trovare la sua camera d’albergo che condivideva con altre due o tre ragazze, per poi scoprire che stavo messaggiando con loroaltre e non con lei, che di già s’era addormentata. Che figura barbina, avranno irriso la mia ingenuità non poco!
    
    Ebbene rieccola qui, Irene, come se avesse dimenticato tutto questo, ora pronta a raccontarmi dei suoi studi universitari e a ascoltare la mia recente e felice vita di cui andavo enfatizzando per scatenare l’invidia di quei mostriciattoli rimasti nel loro piccolo e vergognoso paesino, alle dipendenze di chissà quale panettiere e contentandosi di fare la partitella a calcio la domenica. Ma non ero infame, bensì impassibile e anzi molto gentile con tutti: di certo non volevo attirar veleno, ma solo avere una piccola rivincita. Detto così sembra che parlammo solo di me, ma ovviamente e per fortuna non fu così. La cena durò molto e la tavolata era assai caotica. Continuavo però, per mia sorte favorevole, a disquisire con Irene circa qualsiasi argomento, destando in lei, almeno mi pareva, una curiosità non tanto velata. La scorgevo, sottecchi, in quei rari momenti di silenzio tra noi, scrutarmi dall’alto in basso con gli occhi chiari, per poi tornare a ...
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