1. Castigata dal collega e l’amico. ( racconto inventato)


    Data: 02/09/2018, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: CoppiaPorcella-PR, Fonte: Annunci69

    Una sera mi trovavo ancora in ufficio. Il rumore dei miei tacchi rimbalza nella stanza dove pochi colleghi ancora si attardano a restare per finire le ultime pratiche. In fondo alla stanza c’era lui.
    
    Entrò nel mio campo visivo prima ancora che lo riuscissi a vedere bene in viso. Sentivo il suo profumo , non poteva che essere lui. Mi avvicinai per mettere bene a fuoco, ma nonostante ciò non mi sfuggì il movimento impercettibile del suo collo, lo scatto leggero della testa verso di me per guardarmi meglio nel corridoio.
    
    Continuai la mia camminata, con passo deciso, mi diressi nella stanza delle fotocopie. Non vedevo l’ora di finire le ultime cose per concludere la giornata lavorativa. Ero stanca e non vedevo l’ora di sfilarmi la mia gonna e togliermi questa fastidiosa camicetta che lasciava immaginare tutto all’occhio umano.
    
    Più mi avvicinavo alla sua scrivania e più mi sentivo eccitata. Lo desideravo da morire ma non avevo il coraggio nemmeno per salutarlo perché ogni volta che lo facevo finivo sempre con l’imbarazzarmi e senza mai compiere un discorso di senso compiuto. Più lo guardavo e più lo immaginavo nudo..
    
    Non rallentai mentre passai davanti alla sua scrivania. Strinsi solo con decisione i fogli al petto e abbassai giusto un po’ lo sguardo, per non incrociare il suo.
    
    Ma la sfortuna ha voluto che ci incrociassimo con gli sguardi, forse per scrutarci senza farci sgamare, ma non andò cosi.. fu uno sguardo di quelli che danno l’impressione di darsi un ...
    ... appuntamento.. come a dire vai che ti seguo..
    
    La gonna stretta mi impedì di allungare il passo e il rumore dei miei tacchi si faceva sempre più precipitoso mentre mi avvicinai alla porta. La consueta eccitazione, quel misto di desiderio e adrenalina, mi solleva il seno e sento i bottoni della camicia tendersi ad ogni respiro. Apri la porta e la chiusi dietro di me.
    
    Mi appoggiai alla fotocopiatrice per riprendere fiato.
    
    Infilai il pacco di fogli, e iniziai a premere i pulsanti senza vederli davvero. Un rumore leggero mi avvisò che la porta dietro di me si era aperta. Si richiuse subito.
    
    Dentro di me pensavo : ” Non devo girarmi per sapere chi è!!”
    
    Sapevo che era lui. Sentivo l'odore nella stanza farsi sempre più forte.
    
    La sua mano mi sfiorò, mi spostò i capelli, mentre l’altra mano mi sollevò la gonna. Sento il rumore della zip e i suoi denti che affondarono sul mio collo , mi fecero rabbrividire di piacere.
    
    Mi appoggio di nuovo alla fotocopiatrice, mentre i fogli entrano ed escono in una danza regolare, avanti e indietro, dentro fuori.
    
    Le sue dita mi scostano gli slip e si infilano dentro di me, un mugolio di soddisfazione fa vibrare le sue labbra sul mio collo:
    
    ero pronta ad averlo tutto per me e a godermi ogni sua attenzione.
    
    Adesso è il suo cazzo a farsi strada dentro di me.
    
    Fu cosi che cominciò la sua danza regolare, avanti e indietro, dentro-fuori.
    
    Mi penetrò per qualche minuto poi mi girò ci guardammo e cominciò a spogliarmi. Prima di ...
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