1. Vuoi?


    Data: 01/09/2018, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Viktorie, Fonte: RaccontiMilu

    “… Allora &egrave proprio…” Sospiri. Neanche riesci a dirlo.
    
    “…Sappiamo tutti e due.” Annuisco. L’imbarcadero del trasporto pubblico scricchiola e geme, ondeggiando sul canale. Mi alzo dal gradino della casa e faccio due passi sul bordo della fondamenta, guardando la laguna e il lungo ponte che ancora la città alla terraferma, la imbriglia, prima che come un sogno scappi via.
    
    &egrave sempre piaciuto a tutti e due questo posto, questo panorama, non ricordo nemmeno quante ore abbiamo passato nella penombra a baciarci e sorriderci. Mi sistemo la giacchetta di pelle, mentre ti avvicini.
    
    “… Freddo?” Chiedi, dall’alto, dal tuo essere un metabolico calorifero in maglietta a maniche corte. Un armadio di ragazzo. Non mi crede nessuno, a vederti in campo, quando spingi in mischia, se dico che sei incredibilmente delicato con me, sempre.
    
    Sorrido nel risponderti, molto più minuta di te in ogni dimensione. “… Non fuori.”
    
    Mi guardi senza capire. Sei una persona meravigliosa ma poco orientata ai voli di fantasia, perciò ti prendo una mano, portandomela al petto.
    
    “Qui. Si.” Possibile che ancora ti faccia tremare, emozionarmi, il toccarmi? O forse, visto che ormai non siamo più una sola entità, &egrave tutto come la prima volta?
    
    “…Non sei fredda.” Dici, rompendo il silenzio, o meglio il monotono sottofondo di rumori di laguna, onde, treni sul lungo ponte. Scuoto la testa con un sorriso amaro, proprio non capisci, penso.
    
    Mi alzi il viso con la tua mano. Calda. ...
    ... Callosa. Delicatissima.
    
    “so che era una metafora.” Sorridi. ” ma non sei fredda. Non lo sei mai stata, con me. Io ricordo la tua amica che mi trattava come se fossi un animale, al pub.”
    
    Sorrido. “diceva che sembri un orso e mi avresti tirato nella tana…”.
    
    Scoppi a ridere fragorosamente. “e tu?” Sorridi portando la mano sul mio petto. “ricordi cosa hai detto?”
    
    Sospiro, socchiudendo gli occhi. “che almeno sarei stata al caldo.”
    
    Mi stringi. “se fossi fredda non avresti bisogno di stare al caldo.”
    
    “mi fai impazzire quando provi a usare la logica.” Sorrido. “portami a casa tua. Un’ultima volta.”
    
    Come quando bevo troppo, come per scherzo, nel tuo metro e novanta di rugbista mi sollevi come una piuma, affondo il viso nel tuo petto e sento solo i sobbalzi dei tuoi movimenti. Fondamente, ponte, fondamente, calle, ponte, calle, ponte, non mi serve vedere, lo so a memoria. Venezia &egrave un libro di suoni e odori, proprio come te.
    
    E cosi eccomi qui ad occhi chiusi nel tuo letto a tremare, mentre con la lingua fai qualcosa di straordinario e delizioso. Mi fai impazzire, come sempre, meravigliosamente delicato. Tu, orso.
    
    “ti voglio.. Ti… Mmmh… Voglio…” Piagnucolo, non farmi venire ti prego.
    
    Ti scosto quasi prendendoti a calci in faccia, sbuffi come se i miei piccoli piedini di ragazza possano qualcosa contro di te abituato a prenderti bufali in tacchetti dritto addosso.
    
    Mi schiacci nel letto montandomi sopra, ti carezzo baciandoti.
    
    “mi piace sentirmi cosi… ...
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