1. Il premio


    Data: 17/08/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: FEDERICO PUFFETTO, Fonte: EroticiRacconti

    IL PREMIO
    
    Ciao a Tutti mi chiamo Federico ho 23 anni. E sono qua per raccontarvi di alcune vicende realmente accadute qualche anno fa, quando ho iniziato a muovermi nel mondo del sesso…
    
    Nella strada in cui abitavo, era da poco venuto ad abitare una nuova famiglia… i nostri balconi erano perfettamente alla stessa altezza… ci separava solamente la strada.
    
    Questa nuova famiglia era composta da i soliti due genitori e dai loro due figli… Savio il più grande, mio coetaneo e dalla loro figlia più piccola Barbara.
    
    Savio era solito andare in mutande per casa… indossava sempre gli slip di ogni colore… io per godermi un po’ di fresco in estate da quando c’era lui, all’aria condizionata preferivo il balcone… e senza dare nell’occhio seguivo con lo sguardo ogni suo movimento…
    
    Savio era conosciuto in città… era l’attaccante della squadra agonistica della nostra città… il bomber praticamente. Il suo fisico muscoloso mi piaceva e ogni giorno, dopo averlo fissato per bene, correvo in bagno a segarmi… immaginavo Savio scoparmi in ogni posizione… immaginavo i pompini che gli avrei potuto fare, immaginavo la forma del suo cazzo… un immagine che immaginavo spesso dato che vedendolo sempre in mutande, il rigonfiamento faceva sperare bene.
    
    Un pomeriggio estivo decisi di andare con dei miei amici in giro, ma appena uscito dal portone mi accorsi che il cielo stava divenendo nero. Rimasto ad aspettare i miei amici che venissero a prendermi, cominciò ad alzarsi un forte vento… ...
    ... in lontananza si sentivano i tuoni, che piano piano stavano arrivando in città… la luce dei lampi diventava sempre più vicina… e intanto il vento cominciò a soffiare più forte e dal balcone di Savio caddero degli indumenti stesi ad asciugare… mi gettai in strada e li raccolsi e ritornai di nuovo vicino al mio portone, aspettando ancora i miei amici… intanto entrai dentro e misi gli indumenti caduti nel portone, e vedendoli mi accorsi che erano due slip di Savio… avvicinai la faccia e provai a carpirne l’odore… ma l’ammorbidente misto al detersivo avevano lavato via quell’odore che sognavo da quando quel ragazzo era arrivato nel balcone di fronte al mio… chiusi di nuovo il portone e aspettai i miei amici.
    
    D’un tratto il vento divenne più forte e dei grossi nuvoloni neri cominciarono a svuotarsi facendo ricadere sulla città pioggia… in poco tempo la strada fu invasa dall’acqua e io riparato sotto un balcone attendevo ancora quei miei amici. D’un tratto dal balcone di fronte, ancora in mutande si affacciò Savio che richiamato dall’odore dell’asfalto bagnato, rientrava gli indumenti ormai di nuovo bagnati… allungai il collo e mi assicurai fosse proprio Savio… così salii velocemente gli scalini e mi affacciai al balcone… Savio mi salutò e io feci lo stesso, e poi gli dissi che avevo raccolto per strada degli indumenti e mostrandoglieli gli chiesi se fossero i suoi… lui disse di si e ringraziandomi mi disse che appena avesse smesso di piovere, potevo portargliele… stavo per ...
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