1. In campagna con il mio vicino


    Data: 11/08/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: ciollavispa, Fonte: Annunci69

    Mi piace si, mi piace eccome il sesso. È la massima espressione del piacere che si possa provare. La massima espressione di impotenza che un uomo ha durante il punto di irreversibilita', ovvero il momento in cui tutto si scatena, il respiro si fa più intenso, gli occhi si chiudono e non puoi far più nulla, non ti puoi arrestare e devi obbligatoriamente scaricare il succo delle tue palle, che sia una bocca, una mano, un culo o una figa, in quel momento non ti puoi fermare e diventi disarmato e consapevole del fatto che sei schiavo del tuo piacere e del tuo cazzo. Già da piccolo avevo capito che sarebbe stato quel cosino che avevo in mezzo alle gambe e che si copriva sempre più di timidi ciuffetti di pelo nero ad essere uno dei miei più instancabili amici e che sarebbe stato lui a farmi compagnia ogni qual volta la routine avrebbe reso ogni giorno la copia di quelli precedenti. La mia infanzia è stata caratterizzata da una vita vissuta lontano dal centro abitato, le case di campagna avevano la fortuna di farti vivere in un mondo più salutare e sicuro ma di contro rendevano la monotonia un arma che lentamente ti dilaniava dentro. Un pomeriggio, ormai stanco di vivere in quelle 4 mura di casa e del giardino dissi a mia mamma che sarei andato a fare un giro per la campagna e che sarei tornato prima che facesse buio. Le dovute raccomandazioni, la promessa di ritornare presto e di non allontanarmi troppo, avevano dato inizio a quello che in breve tempo era diventata la nuova ...
    ... routine, questa volta però era qualcosa che mi piaceva e che piano piano faceva uscir fuori la mia sessualità, il mio stile di vita. Avevo 13 anni e quelle mie escursioni in campagna mi facevano vivere emozioni davvero forti. Scoprire nuovi paesaggi, nuove piante e fiori, nuovi animali, era qualcosa che mi riempiva gli occhi di stupore e di gioia. Ricordo che tutte le mie passeggiate si concludevano in una bella pugnetta che mi tiravo prima di tornare a casa. Mi spogliano nudo e sfregavo il mio cazzo contro la corteccia degli alberi o sull'erba, mimavo i gesti di una scopata, ma non immaginavo di mettere il cazzo in una figa, immaginavo di metterlo dentro una bocca dalle labbra ricoperte da un bel paio di baffi o da un culo peloso di un uomo più grande di me.
    
    Quando le giornate di maggio iniziavano a farsi più calde, appena ero lontano da casa mi spogliavo completamente, con il cazzo e le palle penzolanti, camminavo lungo i sentieri, mi arrampicavo sulle rocce e ogni volta che allargavo le gambe, sentire il fresco nel mio culetto mi faceva salire un brivido che dal perineo risaliva lungo l'asta fino al buchetto della cappella.
    
    Avevo scoperto che il mio stile di vita sarebbe stato quello del naturista, si naturista ma quello porco che potendo avrebbe tenuto sempre duro il cazzo, 24 ore su 24.
    
    Mi eccitava stare nudo in giro, mi stendevo al sole e giocavo con il cazzo, a volte quando dovevo pisciare ricordo che chiudevo il prepuzio e facevo in modo che tutta la cappella si ...
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