1. Carnevale del cazzo


    Data: 10/08/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: chupar, Fonte: Annunci69

    ... muro. Intravidi altre persone in fondo all’atrio, che fumavano e parlottavano tra loro. Si zittirono appena ci videro arrivare.
    
    Quelli che fumavano buttarono le sigarette per terra, spegnendole alla meno peggio. Quindi, ci vennero incontro.
    
    Un braccio mi cinse la vita e una mano mi palpò le natiche. Con l’altra, uno dei suoi “amici”, vestito da tirolese, cercò di denudarmi, mentre io quasi non reagivo. Avrei voluto trovare la cosa divertente o assurda, invece, lo fissai. Un gran figo, biondo, asciutto, mi guardava con aria quasi incazzata, di certo decisa e sbrigativa. Sputò la gomma da masticare che aveva in bocca e si toccò il pacco. In sala l’avevo visto con la sua donna, bellissima anche se forse un po’ algida. Una figa di legno, insomma, ma pur sempre una gran figa. Mi chiesi come a uno così potesse mancare la possibilità di scelta e intanto la sua mano era già arrivata tra le mie ginocchia e, procedendo, si era portata su il vestito: “Troietta…mi hanno detto che sei tutta da godere.”
    
    Aprendosi la camicia bianca, mostrò un petto tonico e piuttosto villoso. Cercò di sbottonare l’ampia patta che si apriva in avanti. Sotto vi era un’ulteriore chiusura con bottoni, che lo fece incazzare non poco: "Ma faccanculo a sta cazzo di chiusura di merda!"
    
    Finalmente, lasciò cadere i pantaloni di velluto con le bretelle fino ai calzettoni, sulle scarpe: "Succhia, dai!"
    
    - “Lasciami. Non voglio!”
    
    Sentii la voce di mio cognato rivolgersi al tipo: “Vai tranquillo! Vedrai ...
    ... come si riscalda tra un po’.”
    
    Mi prese la testa: "Dai, frocetta...Risparmia il fiato per la pompa che mi farai. Di solito voi siete super con le pompe, no?"
    
    Lo imboccai. Era ben messo, ma non esagerato. Mi sembrò perfetto in tutto. Puzzava un po' di piscio, ma non feci storie.
    
    - "Brava tesoro...è tutto tuo!"
    
    Ci pesi gusto, quasi subito, e mi ci dedicai con trasporto. Ma, un attimo di sbandamento, e il suo dito era già dentro il mio culo.
    
    - “Sei un forno. Mi ti faccio qui, a pelo. Non me ne fotte un cazzo quanto mi costa!”
    
    Scostandomi le mutandine, mi sollevò le cosce, portandosele sui lati. Con le braccia attorno al suo collo, mi reggevo a lui e strinsi per quanto potevo le cosce attorno ai suoi fianchi. Ridendo, mi ricordò che non avevo la figa e, posizionandomi su un cumulo di laterizi, si fiondò con la faccia tra le mie chiappe. La sua barba mi pungeva nella carne più soffice e delicata. I suoi colpi di lingua, le sue labbra sull’ano m’inducevano a catturargli la testa fra le cosce. Stanco, indirizzò il glande: "Porca maiala, se ho voglia di culo!?"
    
    Quel pappone di mio cognato si avvicinò con il lubrificante, cospargendogli la capocchia e inumidendomi il buco del culo. Cercava di non guardarmi in faccia, lo stronzo, ma il bozzo dentro quella tutina era più che evidente. Gli stava scoppiando. Potendolo, fare mi avrebbe violentato anche lui.
    
    Il tipo entrò con abilità, sputandosi sulla capocchia sporgente e mollando un po’ la presa delle mie chiappe. ...
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