1. Carnevale del cazzo


    Data: 10/08/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: chupar, Fonte: Annunci69

    Non avevo nessuna intenzione di accettare l’invito di mio cognato quando mi aveva detto che stavano organizzando una festa in maschera in piena estate e in un locale di periferia, giusto per bere qualcosa e stare un po’ insieme con amici con cui aveva fatto il militare che erano rientrati a sud per le vacanze. Mia intenzione era chiudere con tutto quello che era avvenuto fino allora e che era stato frutto di miei cedimenti. Era ora di dire basta e tornare a una vita normale.
    
    Viste le insistenze di mia sorella, però, mi sentii rassicurato e, alla fine, accettai.
    
    Mentre aspettavamo che mia sorella finisse di prepararsi, entrai in salotto e lui: “Ma sei vestito così? Pantaloni e camicia?”
    
    Io: “Perché?”
    
    - “E’ una festa in maschera. Non hai un costume di carnevale?” – poi si avvicinò e mi sussurrò “E quando ti ricapita di poterti vestire da troia in pubblico?!”
    
    Lui aveva addosso una tuta integrale da Uomo Ragno completamente stretch con cerniera invisibile dietro la schiena. La tuta comprendeva anche il cappuccio con maschera. Il tessuto mostrava il suo fisico muscoloso e il suo pisellone disposto, barzotto, come sempre sul lato sinistro. – “Ma non hai le mutande?”
    
    - “E tu sempre lì guardi? No..non le ho messe. Si nota?”
    
    - “Sei un maiale!”
    
    - “E ti dispiace la cosa?”
    
    Quel figlio di puttana continuava a piacermi da matti. Avrei voluto inginocchiarmi e succhiarglielo, tenendolo comunque stretto in quella seconda pelle elasticizzata. L'effetto con ciò che ...
    ... aveva indossato era veramente unico!
    
    Mia sorella, invece, casta come sempre.
    
    Era, o sarebbe dovuta sembrare, una principessa del rinascimento.
    
    Impegnato un tavolino e un divanetto, le bevande cominciarono a circolare. Al terzo giro di superalcolici non riuscii quasi ad alzarmi dal sofà in cui ero sprofondato, tanto che mio cognato mi accompagnò fuori a prendere un po’ d’aria. Tra le risate di quella ingenua di mia sorella, mi ritrovai in quel locale a camminare a passo deciso, sculettando vistosamente. Non so bene perché ma stavo semplicemente eseguendo gli ordini di mio cognato che mi seguiva divertito. Del resto, mi aveva vestito lui, come meglio credeva, cioè come una puttana. Truccato come una bagascia, con in testa una parrucca riccia e bionda, indossavo un vestitino cortissimo, estremamente attillato, che metteva in evidenza i seni posticci e il sedere tondo. Nel procedere, ridendo mi sollevava la gonna, mostrando il perizoma che indossavo sotto. Io, cercavo di divincolarmi, ma le scarpe con tacco altissimo mi destabilizzavano e mi stringevano le caviglie. Per fortuna almeno le le autoreggenti non scivolavano giù. .
    
    All’uscita, mio cognato parlò con il buttafuori probabilmente dicendogli che da lì a poco saremmo rientrati.
    
    Ci allontanammo. Lui mi sorreggeva ed io muovevo i piedi uno dopo l’altro per inerzia. E così ci ritrovammo nell’androne semibuio di un palazzo in costruzione.
    
    Mio cognato mi mollò ed io mi ritrovai di colpo con le spalle attaccate al ...
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