1. Escort 4 - Lo straniero -


    Data: 18/10/2017, Categorie: Etero Autore: Suve, Fonte: EroticiRacconti

    Un venerdì mattina ero al centro massaggi, la mia visita settimanale per tenermi in forma (oltre a palestra e jogging) perché, Muriel me l’aveva insegnato, era essenziale mantenere un fisico tonico e sano. Ero distesa sul lettino e la massaggiatrice mi stava impastando glutei e cosce, senza lesinare “incursioni” sulla mia micina tanto che più che rilassarmi mi stavo eccitando, quando mi squillò il cellulare che usavo “per lavoro”.
    
    Mi feci porgere la borsa, lo presi e risposi. Era Massimo, il portiere dell’Hotel XXXYYYY (dovete sapere che avevo lasciato il mio numero, sempre istruita da Muriel, a alcuni hotel particolari, oltre che a vari locali e sempre a persone “fidate”), mi chiedeva se ero disponibile a incontrare un tedesco che era in città per lavoro e che aveva chiesto……… compagnia.
    
    Massimo lo conoscevo bene e mi era simpatico, ci ero anche andata a letto un paio di volte per cui, anche se non avevo troppa voglia di lavorare, accettai e mi feci dare i dettagli.
    
    La sera arrivai in taxi davanti all’albergo dove lo stesso Massimo mi aspettava per scortarmi al ristorante e al tavolo dove incontrai Kurt. Al vederlo rimasi incantata: un bell’uomo, veramente un bell’uomo: alto, biondo, occhi azzurri, capelli corti quasi a spazzola, sui 40 anni. Perfetto rappresentante dell’iconografia nordica.
    
    Vedendomi avvicinare si alzò stringendomi delicatamente ma con fermezza la mano e mi scostò la sedia per farmi accomodare.
    
    Avendo seguito, come sempre, i consigli di ...
    ... Muriel frequentando un corso di inglese, riuscii a sostenere una conversazione frivola che spaziò per circa un’ora su vari argomenti mentre ci servivano la cena.
    
    Scoprii che era un manager di una ditta tedesca che girava il mondo visitando le varie filiali per non so quali lavori da seguire e che approfittava dei “servizi” offerti da Massimo e altri compiacenti come lui per divertirsi senza impegni: lui descriveva il tipo di ragazza che voleva e poi ci pensava l’altro a procurargliela. Mi riempì di complimenti per la mia bellezza, per il mio abbigliamento (una camicetta di seta e una minigonna, tutto sexy senza essere troppo appariscente o volgare), per il mio inglese. Insomma mi corteggiò per tutta la durata della cena con una galanteria che raramente avevo incontrato.
    
    Poco prima del dessert avvertii un tocco sul ginocchio e realizzai che sotto il tavolo Kurt si era tolto una scarpa e aveva allungato la gamba. Il classico piedino che accettai guardandolo un po’ sorpresa e un po’ ammiccante. Lui parlava con me senza scomporsi, come se nulla stesse accadendo sotto il tavolo, e invece avevo il suo piede che mi accarezzava le cosce e saliva piano tra le mie gambe che avevo aperto per agevolarlo. La distanza era troppa per permettergli di arrivare alla mia micina restando seduto compostamente e quindi si limitava a accarezzarmi. Io, dal canto mio, avevo allungato una mano sotto la tovaglia afferrandogli il piede e strusciandomelo addosso, facendogli intendere che avrei voluto ...
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