1. La tesi, 3 - Esercizio motivazionale


    Data: 29/08/2023, Categorie: Gay / Bisex Autore: Calidamanus, Fonte: EroticiRacconti

    ... Alessandro non si controlla più molto. Agita le gambe a ogni colpo su e giù.
    
    “Ventuuuno”, dice singhiozzando
    
    “Ve...ntidue”, continua.
    
    “Coraggio, non fare il bambino”, esorto.
    
    “Fa malissimo...”, mi spiega, con la faccia appoggiata sul ripiano del tavolo guardandomi con occhi dolci lacrimosi.
    
    “Succede, quando non si compie il proprio dovere”.
    
    SWITCH!
    
    “Aaaaah! Vvvventiiitreee”, frigna senza ritegno.
    
    “Sarebbe bastato comportarsi bene!”, commento.
    
    “Sarò bravissimo, prometto!”, tenta disperato.
    
    “Oh, lo sarai quando ti avrò punito”.
    
    SWITCH!
    
    “Ahiaaaa!”, riesce a dire. Piange, le spalle scosse dai singhiozzi.
    
    “Non conti più?”, chiedo dopo qualche secondo. “Devo dartene anche per quelli che non conti, sai?”.
    
    “Basta... per piacere”, dice lui gemendo, portando le mani sulle cosce.
    
    Gliele tolgo subito.
    
    “Mi stai dicendo che non riesci a sopportare la tua punizione come un uomo?”, gli domando.
    
    “Nnn... non ce la faccio, mi dispiace”, singhiozza.
    
    “Beh, niente di così grave. Ho sopravvalutato la tua forza evidentemente, invece sei solo un ragazzino”, dico con pacatezza.
    
    Lo aiuto a tirarsi su, poi mentre continua a piangere in silenzio lo accompagno a un angolo della stanza.
    
    “Puoi stare fermo qui finché non ti sarai calmato”, gli dico.
    
    Mi siedo sul divano a guardarlo. Dopo un po' i singhiozzi diminuiscono e cerca di portarsi le mani sulle cosce.
    
    “Non ti ho dato il permesso di massaggiarti! Mani sulla testa!”, abbaio.
    
    Ed eccolo ...
    ... lì Alessandro, all'angolo a fissare il muro con le mani sul capo e le cosce arrossate come decine di scolari impertinenti prima di lui.
    
    Dopo un po' mi avvicino e, senza dir niente, sbottono i lederhosen e lo lascio a culo nudo.
    
    “Sai che quella era solo la punizione per aver interrotto la frasi da copiare, ma dobbiamo anche provvedere al fatto che guardavi il cazzo di un pervertito”, gli dico. “Come ti salta in mente? È perché il tuo è piccolo?”, chiedo schernendolo, mentre tocco il suo pisello che si rizza subito. “Questo e questo”, continuo con uno schiaffetto al suo culo “sono solo per me adesso”.
    
    “Va bene”, dice. “Ma ora basta punirmi, non ce la faccio più”.
    
    “Se non ce la fai più, quella e la porta”, gli dico mentre mi allontano e mi siedo al divano. “Puoi andare, e non ci sarà nessuna ritorsione sui tuoi studi e la tesi, me non ti punirò mai più. Altrimenti, vieni qui e lascia che sia io a decidere cosa puoi sopportare”.
    
    Alessandro guarda la porta, con una mano inconsapevolmente intenta a frizionarsi una coscia. Poi viene verso di me, che sorrido.
    
    “Hai fatto la scelta giusta. Avrò cura di te”, gli dico.
    
    Rovesciandomelo sulle ginocchia iniziò a sculacciarlo con la mano nuda, avendo cura di non colpirgli le cosce già provate dalla canna.
    
    Mentre la mano rende più rosee le chiappe gli chiedo: “Di chi è questo culetto?”.
    
    “Tuo, solo tuo”, mi risponde lui.
    
    E mentre stringo la mano sul suo sesso duro e umido: “E questo?”.
    
    “Tuo, anche il pisello è ...