1. Moglie e marito al servizio del Padrone (parte 4) - Il pensiero della marchiatura


    Data: 24/08/2023, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Kugher, Fonte: EroticiRacconti

    ... per gli usi diversi.
    
    Avevano apprezzato questo incremento qualitativo e si sentivano sempre più coinvolti in quel rapporto di sottomissione che era andato sempre in crescendo.
    
    I Padroni erano cambiati e loro percepivano che erano visti sempre più solo come schiavi, e questo li eccitava.
    
    D’altro canto loro cercavano la sottomissione.
    
    Quando arrivavano le chiamate erano sempre eccitati e desiderosi di servire e di cedere il proprio corpo e sé stessi alle esigenze dei loro Padroni, stare ai loro piedi, essere usati e, soprattutto, saperli soddisfatti del loro servizio, che veniva dato ormai per scontato e dovuto.
    
    La situazione li eccitava e si resero conto che facevano l’amore più spesso.
    
    Il Padrone si godette il sigaro ignorando la schiava alla quale, ogni tanto, gettava uno sguardo per apprezzarne la bellezza e la compostezza nella postura, sempre immobile nella sua funzione di posacenere umano.
    
    Anche la Padrona ogni tanto usava gli schiavi come posaceneri. Mentre Enrico prediligeva Marta, per Lia era indifferente. Lei, anche se raramente, fumava sigarette e non disdegnava l’uso della bocca per farvi cadere la cenere.
    
    I primi tempi la schiava non riusciva a trattenere smorfie di disgusto, ma la ...
    ... situazione era stata risolta con buone dosi di frustino.
    
    Così, mentre la Padrona era in giardino, sul grande dondolo, seduta sul petto, o sul viso, dello schiavo, le bastava un gesto per avere Marta inginocchiata al suo fianco con la testa reclinata e la bocca aperta.
    
    Magari provava ancora disgusto, ma riusciva a non far trasparire nulla durante l’utilizzo quale posacenere umano.
    
    Altre volte Lia, sempre sul dondolo, si sedeva sul petto o sul ventre di Andrea e usava la stessa bocca dello schiavo per farvi cadere la cenere mentre sua moglie le leccava i piedi o la serviva diversamente.
    
    Lo schiavo amaca soffriva sempre più ed il lamento, inizialmente sommesso, divenne sempre più marcato.
    
    Più passava il tempo e meno riusciva a sopportare.
    
    Il lamento divenne costante e a momenti anche a voce più alta, pur senza mai sconfinare in eccessi di volume che, sapeva, non erano graditi dai Padroni.
    
    Il controllo dei Dominanti era quindi sempre più totale in quanto non solo avevano il potere di infliggere il dolore, ma anche controllavano la possibilità degli schiavi di esternare la quantità subita, costringendoli ad un ulteriore controllo di sé stessi in funzione del servizio che devono rendere.
    
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