1. Shahrazād e la sega infinita


    Data: 22/08/2023, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: single80fe, Fonte: Annunci69

    ... comoda a terra. Il viso appoggiato ad una coscia, la mano prima a bagnarsi di umori tra le cosce e poi a stringermi appena la base del cazzo, separandola dalle palle con la mano, tra pollice e medio. Il sangue scorre prepotente, ora, lo sente sulle dita. Mi sta bagnando, dei suoi umori.
    
    “Bene, M. Ora io inizierò a masturbarti con una lentezza che ti farà morire, e tu mi racconterai una storia. Se riuscirai a farmi felice, eccitata, soddisfatta del racconto, continuerò e te ne racconterò una io, senza smettere di masturbarti. Ora che finalmente lo vedo” e lo guarda “lo tocco” e me lo avvolge completamente con la mano, senza muoverlo “lo lecco” e fa scorrere la lingua lentissima su tutta la cappella, senza trascurarne un millimetro “mi eccita da morire. Porco, hai pure un bel cazzo”. Sono moine, parla come una gatta.
    
    “Mi hai scritto che ti masturbi pensandomi, M. Ora, mentre inizio a muovere pianissimo la mia mano sulla cappella, mentre inizio a picchiettare le mie dita su frenulo e glande, raccontami di una volta in cui hai goduto tanto pensando a me. Ti accorgerai se mi piace o no”.
    
    La mia voglia di sborrarle addosso è già incontenibile. Mettetevi nei miei panni. L’ho amata e sognata, e ora è qui, a realizzare una fantasia che ha colto, capito, interpretato e fatto sua, riversandomi addosso ogni umore dal suo cervello al suo corpo.
    
    “Bene, Sahrazade, anche se era l’ancella a raccontare”. Mi stritola il cazzo di colpo, per l’impertinenza, le sorrido, mi sorride, ...
    ... è un momento tenero, prima che ricominci la sua tortura.
    
    “Ok, ok, mi farai morire, Shara, ma te la racconto. Negli ultimi 6 mesi non riuscivo a pensare ad altro che a te, al momento in cui godi, a come ti avrei fatto godere, a come fotterti stomaco, testa, figa, culo, mani, piedi, tette, bocca, gola. A come usarti e farmi usare”.
    
    Lo sento, si sta eccitando, come me, sempre di più.
    
    Forse è davvero la troia che sognavo per il porco che sono.
    
    “Quindi la mattina mi sveglio arrapato, come un maiale, con il cazzo duro”. Faccio un pausa, gemo perché sta leccando il frenulo, picchia sopra la lingua, mi bagna il cazzo con un fiume di saliva per poterlo mastubare meglio, e farmi godere di più. Dio quanto sono vicino a sborrare. “Chi ti ha detto di fermarmi?” mi dice, e per incoraggiarmi inizia a masturbarsi, e porta le dita bagnate alle mie labbra “Dai, so che muori dalla voglia di assaggiarmi. E di sentire quanto mi piace la tua storia. Leccherai le dita ora e se sarai bravo, ti sfamerai di me, poi”.
    
    Non me lo faccio ripetere. Adoro già il suo sapore. Dolce con una punta agra, il sapore di figa che mi fa deglutire.
    
    Mi toglie le dita, con mio disappunto, ma ricomincia a masturbarsi con un gemito, allo stesso ritmo della sua mano sul mio uccello, che inizia quasi a fare male, tanto vuole esplodere.
    
    “Quindi una mattina mi sono svegliato, a volte, sai, mi guardo un porno per essere in grado di andare al lavoro, sdraiato sul divano. Una sega veloce, funzionale.
    
    Ma ...