1. Lesbian interracial


    Data: 14/08/2023, Categorie: Lesbo Autore: Yuko, Fonte: EroticiRacconti

    ... strozzato.
    
    “Mi farai venire subito!”
    
    “E che male c’è? Tu puoi venire tutte le volte che vuoi!”
    
    “Vieni qui, pulcina nera, fatti vedere!”
    
    Col muso lucido del mio piacere mi risale sul ventre, e mi sovrasta, cattedrale di cioccolato.
    
    La guardo negli occhi, mentre lei si liquefa nei miei. Quegli occhi da mamma, quell’espressione da cerbiatto che mi fa perdere la ragione.
    
    Ora la ribalto io. Mi ci metto a cavalcioni. Lei si morde le labbra aspettando il mio sexy attacco, quello sguardo malizioso carico di attesa, sublime nel suo erotismo latente.
    
    Le sfilo le mutandine. Ora giochiamo ad armi pari.
    
    Col naso tocco la punta del suo naso, come si salutano i cinesi. Poi senza perdere il contatto con la sua pelle, le scivolo su quelle labbra grosse e tumide, scardinandone un bacio.
    
    Scivolo sul suo collo, la lingua delimita le curve dei suoi seni, come un geometra che disegna linee di livello di antiche colline calcaree nel sud della Cina.
    
    L’africana si arpiona alle lenzuola, il suo corpo freme, vibra di piccole scosse sotto le traiettorie della mia lingua. Disegno una galassia intorno all’ombelico nero e slittando sul pube lucido mi lascio risucchiare dal gorgo nero che mi minaccia tra le sue gambe.
    
    Ci affondo mentre le grosse cosce mi stringono il capo, spingendomi all’interno della madre Africa, culla dell’umanità e riposo della mia lingua.
    
    Un rapido orgasmo, gli ululati di un’africana nel colmo del piacere, e chissenefrega dei vicini di ...
    ... casa.
    
    Ma quando risalgo i pendii dei suoi seni, lei si alza e si gira al comodino. Armeggia tra i cassetti e riemerge con un cilindretto arancione dai contorni armoniosi e tondi.
    
    “Non ci posso credere!” esclamo stupita. Per la verità era da tempo che non ne vedevo uno e solo lei poteva ostentarmelo davanti al naso con tanta beata innocenza.
    
    “Giù!” si impone, “maintenant c’est à toi!”
    
    Affondo la testa nel cuscino esageratamente soffice e mi attacco con le mani allo schienale del letto, mentre la donna di picche accende il vibratore e me lo strofina tra le cosce.
    
    La peste è esperta e ha facilmente gioco delle mie sensazioni, mi obnubila la mente.
    
    Mi infila l’amichetto tutto dentro e lo lascia lì a frollarmi, poi me lo sfila e se lo passa in bocca, mi guarda con aria di sfida.
    
    Lo sfila dalle labbra, filante di saliva. Senza perdere il contatto col mio sguardo me lo riporta sulla vulva. Lenti circonferenze solo a sfiorare gli epicentri del piacere, senza mai toccarli.
    
    Mi guarda mentre godo, si eccita nutrendosi del piacere che sa suscitarmi.
    
    Intorno al clitoride, ma mai sopra. Lì soltanto la punta della sua lingua, più calda e morbida, mentre l’arnese mi entra ancora dentro e vi soggiorna per il tempo necessario a farmi precipitare in un abisso di piacere ed emergervi sconvolta da scosse incoercibili.
    
    Mi condisce in olio e sale, la piccola belzebù con quel coso che mi gira intorno alla vulva e quando sto per scoppiare, mi entra dentro soffocando i miei ...