1. Capelli rossi


    Data: 20/07/2018, Categorie: Etero Autore: suve, Fonte: RaccontiMilu

    ... una battuta:
    
    – Non staremo correndo troppo? ‘
    
    Lo dissi con tono neutro e lei si bloccò all’istante. Poi il mio sorriso la convinse che stavo scherzando.
    
    – Scemo, scemo, scemo! ‘
    
    Le braccia strette al mio collo, ridendo, mi ‘insultava’ stampandomi baci su qualsiasi parte del mio volto dove riusciva ad arrivare. Poi sulla bocca, e lì si fermò per un lungo minuto.
    
    Scendemmo dall’auto e per tutto il tragitto fino alla porta del suo appartamento ci fermammo ogni due o tre metri per baciarci, incuranti che qualcuno potesse passare per strada o scendere le scale.
    
    Appena chiusa la porta lei pose le chiavi su un tavolinetto all’ingresso e gettò la borsa su una poltrona mentre io facevo fare la stessa fine alla giacca ed alla cravatta. Poi, come due calamite, ci ritrovammo al centro del salotto abbarbicati l’uno all’altra, le labbra unite, le lingue che si rincorrevano nervose.
    
    Mi staccai da lei per slacciarle e toglierle prima la camicetta e poi il reggiseno, percorrendo la sua pelle con le mie labbra, baciando ogni centimetro delle sue spalle, del suo collo, soprattutto dove spiccavano le efelidi. La sua mano corse al mio ventre stringendo la prepotente erezione che avevo. Una sensazione bellissima anche attraverso la stoffa, tanto che rischiai un’eiaculazione precoce. No, non era quello che volevo.
    
    Con dispiacere allontanai la sua mano e mi inginocchiai davanti a lei slacciandole la gonna e facendola cadere a terra in un morbido cerchio. Il suo slippino ...
    ... copriva appena, senza rivelarlo, il suo inguine. Ero tesissimo, quasi impaurito, per la voglia di vedere, finalmente, un cespuglietto rosso naturale. Volli gustare il momento e la baciai attraverso la stoffa sottile, le leccai e succhiai la pelle nella piega tra ventre e gambe, le strinsi le natiche con entrambe le mani per tirarla forte a me affondando la faccia nel suo ventre.
    
    Non ce la facevo più, lei mugolava impaziente strattonandomi per i capelli, ed infine mi decisi: afferrai i sottili lacci e li tirai verso il basso, lentamente, scoprendola poco a poco.
    
    Il cuore mi balzò nel petto all’apparire dei primi peli rossicci dal bordo della stoffa. Era vero, era rossa naturale. Le feci scivolare lo slip lungo le cosce e glielo tolsi alzandole prima un piede e poi l’altro; mi fermai un secondo a rimirare quella meraviglia della natura e poi”. mi ci tuffai inebriandomi dell’odore di femmina che ne proveniva, del sapore uguale eppure diverso nella mia mente. Brucai i peli, che lei teneva non troppo corti in un triangolino il cui vertice era appena sopra il clitoride; li bagnai con la mia saliva, forse li morsi inconsapevolmente ed alla fine le alzai una coscia mettendomela sulla spalla per poter accedere meglio a quel giardino di delizie a cui dedicai anni di desiderio e di aspettative, sotto forma di colpi di lingua e slinguate che andavano dal perineo al cespuglio che mi calamitava irresistibilmente.
    
    Tiziana prese a gemere più forte, a tirarmi contro di sé convulsamente ...