1. Anche le mamme hanno il diritto di venire


    Data: 16/07/2018, Categorie: Anale Maturo Autore: iincest, Fonte: xHamster

    ... leggermente. Avevo colto nel segno: l’amor proprio e la mascherata vanità avevano aperto una breccia nel suo, nel suo che cosa?... già una breccia, un taglio, un taglio peloso...e un buco. Ecco a cosa volevo arrivare, da quando avevo visto mia madre seminuda, con i seni scoperti e le mutande calate sotto il sedere nudo, mi ero invaghito di lei. Naturalmente l’avevo già vista altre volte, anche completamente nuda, ma molti anni prima, come accade un po’ a tutti i bambini e agli adolescenti che spiano la loro madre mentre fa il bagno senza un francobollo addosso. Ultimamente, però, avevo sognato spesso di fare l’amore con lei, e non mi ero neppure vergognato di questo. Anche il fatto di averla sorpresa seminuda non era stato casuale: ero entrato di proposito nei servizi, fingendo di non sapere che lei si trovasse lì. Ma perché non si era rivestita subito, e perché aveva lasciato la porta del bagno aperta? “Dici che te ne intendi, ma di che cosa? Che ne sai tu delle donne?”, mi canzonò lei, dopo un po’, forse per sedare un’invisibile tempesta emotiva (o ormonale). “Effettivamente” aggiunse, con una certa esitazione “una cosa la devo rimproverare a tuo padre. A te lo posso dire perché ormai sei già grande e poi hai dimostrato di essere precoce e anticonformista”. “Tuo padre...sì... voglio dire... tuo padre...”
    
    “Mio padre...sì...coraggio, dai, sputa il rospo”.
    
    “Si, diciamo che tuo padre non mi ha mai amata in modo completo” (ormai era lanciata) “...non mi ha mai permesso ...
    ... una cosa, che quasi tutte le mie amiche fanno”.
    
    “Cioè?”, incalzai io. “Cioè...sì insomma, è inutile ormai stare qui a tergiversare, ormai il ghiaccio è rotto, tuo padre non mi ha mai permesso di massaggiargli il membro fino a farlo sborr... voglio dire fino a portarlo all’emissione dello sperma... quello sperma benedetto, così colloso, vischioso, odoroso, che mi dicono salato, e caldo, che a volte prendo con le mani per impastarmelo sui seni, sul ventre e sulla fica che ancora pulsa per il piacere...oh Dio, cosa mi stai facendo dire...”. “In poche parole non vuole che tu gli faccia un bel pompino”. “Come lo dici in modo volgare... però, devo ammettere che la sostanza è quella”. Come magicamente attratto, mi avvicinai a mia madre, così trasudante di femminilità, le cinsi i fianchi e tentai di baciarla, le cercai il collo, la gola, mentre con una mano osavo accarezzarla fra le gambe. “Alberto, che fai?”, si schernì lei, fingendosi scandalizzata. “Mamma...io ti voglio bene”, le sussurrai, come si sussurrano proposte poetiche con intenzioni indecenti alla propria amante, (ma qui la situazione era particolarmente intrigante ed eccitante per il fantasma dell’i****to) “io amo il tuo corpo e la tua anima...”. “Non possiamo, Alberto, ti rendi conto che siamo madre e figlio, io ti ho messo al mondo, io ti ho cresciuto”. “E io voglio penetrare ancora in quella ferita da cui sono passato tanti anni fa. Voglio esplorare di nuovo la tua vagina, il tuo utero; ci sono già stato dentro”. “Ti ...
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