1. La suocera


    Data: 09/07/2023, Categorie: Erotici Racconti Racconti Erotici, Etero Racconti sull'Autoerotismo, Voyeur Autore: Effebi, Fonte: RaccontiMilu

    ... all’occhiello, cosa che non è mai dispiaciuta a nessuna, anzi.
    
    Il troppo sangue al cazzo non mi fece pensare alla probabilità che mia suocera si muovesse nel frattempo per casa e mi potesse vedere con una oscena erezione tra i pantaloni, cosa che capitò regolarmente, incrociandoci nella parte centrale della casa. Diventai immediatamente rosso e provai a dissimulare, ma mi resi immediatamente conto che l’occhio di mia suocera era proprio caduto lì e per un attimo aveva strabuzzato gli occhi e aveva accennato un morso al labbro inferiore. La cosa mi diede un brivido di eccitazione e di imbarazzo, tanto che per sciogliere il ghiaccio (bollente) mi sentii di dire:
    
    – Francesca, io… io sto andando a fare una doccia, ok? Ti serve qualcosa prima? –
    
    – Si, certo! – rispose lei quasi imbambolata – cioè, no, tranquillo, io sono qui, a dopo! Buona doccia! – c’era qualcosa nel suo tono che mi lasciò sorpreso.
    
    Tuttavia continuai il mio da fare. Presi tutto il necessario e mi diressi, stavolta indisturbato, verso la doccia. Come spesso capita in campagna, a certi orari, cala un silenzio interrotto solo dal vento e da qualche uccello. Chiusi la porta del bagno, aprii la finestra, e mi spogliai lentamente. L’aria fresca mi carezzava piacevolmente e lasciai che mi carezzasse anche le palle, provocandomi un solletico malizioso. La conversazione mi portò a fare qualche pensiero su mia suocera – di tanto in tanto capitava – e il mio amico cominciò a pulsare con insistenza. Optai per ...
    ... andare subito in doccia. Anche in questo caso la situazione non migliorò, anzi, l’insaponarmi mi diede ulteriore voglia di masturbarmi un po’ all’uscita dal box. Accelerai il da farsi ed uscii in men che non si dica, con il cazzo sempre in tiro che non mi lasciava pace.
    
    Dopo qualche minuto passato ad asciugarmi, notai che il silenzio si era fatto strano anche in casa. Non si sentiva armeggiare, spostare nulla, camminare. Mi risposi che mia suocera fosse andata dall’altro lato della casa, sicuramente era così, perciò, asciugato per bene, cominciai a massaggiarmelo, per darmi un po’ di sollievo, con la cappella che già schiumava e si bagnava non poco. Continuai a massaggiarlo lentamente per almeno 3-4 minuti, poi, girandomi verso la porta, mi accorsi di qualcosa. Sembrava… non poteva essere… Eppure era! O almeno poteva essere!
    
    Un’ombra, mi sembrava di distinguere i piedi da sotto la porta e lo serratura scurita, sembrava stagliarsi dietro la porta e – potevo supporre – era combattuta, a giudicare dal movimento indeciso dell’ombra! Il cervello era in pappa, il sangue pompava alle tempie e al collo e contemporaneamente non attanagliava la morsa del mio arnese che in quel momento pulsava violentemente. La cappella era viola e gonfia e cominciò a sbavare come fosse un toro in gabbia. Pulsava sempre più forte e veloce e stavo rischiando di venire con la mano che me lo impugnava in maniera sempre meno convincente. Cosa stava succedendo lì fuori? Di un tratto mi trovai molto ...