1. E il vento mi rispose


    Data: 26/05/2023, Categorie: Sentimentali Autore: Yuko, Fonte: EroticiRacconti

    ... impazienti foglie dei giovani aceri a interrompere il discorso, per il vero ormai alla fine.
    
    Si risollevano indispettiti i larici, ma con un ritorno di vento, l'abete zittisce i resinosi rami.
    
    Ora è un fine rotolio di foglie spesse e larghe, che si offrono al vento in un rumore scomposto come di migliaia di campanelli di carta.
    
    Un mite ticchettio come di gocce sulle foglie secche, uno srotolarsi di palline di gusci.
    
    La civetta con un lungo lamento si allontana verso il fondo valle, annoiata e infastidita da tante scempiaggini e argomenti di superficialità.
    
    Gli aceri, giovani e superbi, con la loro crescita rapida, i loro rami frondosi di latifoglie, occupano gli spazi rubando ogni raggio di sole.
    
    Erbe e felci vorrebbero intervenire, ma il vento le disdegna e restano al buio e senza voce.
    
    Il sospiro ora armeggia tra i rami, avvolge le foglie palmate che esprimono opinioni e sentenze per la verità in modo un po' troppo perentorio e irriverente.
    
    Solo una volta interviene l'abete, con uno stanco gesto di assenso, che è più un rimprovero per la tracotanza e l'eccessiva veemenza.
    
    Un cupo suono, uniforme e basso, che è sufficiente per mettere in riga molte delle velleità dei giovani legni.
    
    Una spolverata tra i radi rami dei larici, quasi una risatina di scherno, acuta e stridula, interrotta subito da un vortice di vento che, spiraleggiando nei pesanti rami del sempreverde, riporta calma e ordine.
    
    Riprende più rispettoso, il tono degli aceri in una ...
    ... rimostranza più composta.
    
    Timbro vibrante di estese superfici di clorofilla che copre il rumore delle ondulazioni del rami e gli scricchiolii dei tronchi.
    
    Vocette giovani e argomenti talvolta scarni di motivazioni.
    
    Ma il vento non esprime giudizi e vaga di ramo in ramo per consentite a ogni appendice di esprimersi, mentre le diramazioni dell'abete oscillano pensose e silenziose.
    
    Molto più in basso il giovane faggio oscilla le foglie tondeggianti in cerca di una voce che il vento non gli concede.
    
    E io solo sono testimone del suo desiderio di far sentire la sua opinione.
    
    Ma a neanche trent'anni, in questa assemblea di vecchi tronchi, anche io capisco che le tenere foglie ancora non possano accampar pretese.
    
    Il vento passa di legno in fronda, da tronco a busto, da foglia ad ago, da barba a germoglio.
    
    Gli alti larici sul lato orientale, quelli che per primi si espongono ai raggi del sole, quelli che si distendono verso il lago che profondo si disegna di blu cobalto sullo sfondo, laggiù verso Lecco, dalla loro altezza oscillano morbidi sospinti dal vento, nel sottile fruscio dei loro rami.
    
    Ma già il vento ritorna al grosso tronco di aghi verde scuro, spessi e setolosi, groviglio di fitti rami in insondabile trama.
    
    Con facilità riesco a distinguere la voce di ogni singolo albero e, con un po' di fatica, il tono della voce. Solo l'immaginazione mi sostiene per concepire le argomentazioni.
    
    Si contorcono e si arrotolano le foglie degli aceri, quando il ...