1. Un caldo agosto con zia Carla (parte prima)


    Data: 04/03/2023, Categorie: Erotici Racconti Racconti Erotici, Etero Incesti Racconti sull'Autoerotismo, Autore: bracco, Fonte: RaccontiMilu

    ... mutandine! Cosa ti credi, ogni tanto anch’io avrei bisogno della mia privacy. Disse un po imbarazzata.
    
    Ah si? Beh, mi pare comprensibile! E scherzando le dico: hai le mutandine bagnate? Me le presteresti?
    
    Devo darti le mie mutandine?
    
    Mi piacerebbe toccarle tutte bagnate!
    
    Ormai fatto trenta, facciamo anche questa dice la zia. Però girati, le tolgo e rimetto i pantaloncini. Non guardare.
    
    Va bene zia non ti guardo. Allora mi girai, sentivo che si sfilava i pantaloncini e le mutandine e nel frattempo esclamò: ma ho bagnato anche i pantaloncini! Vabé, li rimetto lo stesso. Li rimise e mi porse le sue mutandine. Eccole, disse. Sono tutte inzuppate.
    
    Me le diede e le chiesi: posso strofinarle un po sul mio cazzo?
    
    È quello che volevi fare?
    
    Mmmm si zia.
    
    Allora pendile, fanne ciò che vuoi. Sto colando anche io Marco, se proprio vuoi saperla tutta.
    
    Allora presi le sue mutandine, le misi intorno al mio cazzo e mi masturbavo sotto il suo sguardo. Poi le chiesi: mi dai un po’ dei tuoi umori?
    
    E come facciamo?
    
    Bagnati la mano e poi li passi sulla mia.
    
    Allora infiló la mano nei pantaloncini morbidi che indossava, dove si riusciva chiaramente a vedere una chiazza, ne tiró fuori un po’ e me lo poggió sulla mia mano ancora tutta bagnata, così anche lei venne a contatto con i miei umori. Mi masturbai ancora con i suoi umori.
    
    È bellissimo zia. Le dissi. Me ne dai ancora?
    
    Si certo Marco. Allora riportò la mano dentro i suoi pantaloncini e poi strofinava ...
    ... la sua mano sulla mia. I nostri umori si mischiavano, fece così un po’ di volte e poi disse: Mi è venuta un idea. Allora si alzó e quello che fece mi ha lasciato di stucco. Si mise all’impiedi con un piede alla mia destra e uno alla mia sinistra all’altezza del cazzo, allargó i pantaloncini da sotto, in modo che io non possa vedere niente e fece gocciolare i suoi umori direttamente sul mio cazzo. Li sentivo caldi e scivolosi. Contento? Mi disse ridendo.
    
    Si zia. Mi riempì tutta la mano e il pisello dei suoi umori. E mentre mi masturbavo le chiesi: mi faresti assaggiare?
    
    Cosa vorresti assaggiare Marco?
    
    Il tuo succo! Le dissi.
    
    E come facciamo? Allora mi disse: hai la mano piena, mettia in bocca!
    
    No zia, li c’è anche il mio gusto, voglio solo il tuo, lo voglio sentire caldo.
    
    Sei proprio fuori di testa, mi disse. Allora facciamo così: se mi prometti di non guardare, te ne faccio gocciolare un po in bocca, ok? Ti va bene così? Però promettimi di non sbirciare.
    
    Ci proverò a non sbirciare, ma non te lo posso promettere.
    
    Dai Marco, mi vergogno!
    
    Ti vergogni di me? Guarda in che condizioni sono io!
    
    Lo so, hai ragione. Tu cerca di non sbirciare, ma se dovessi farlo, sii sincero e dimmelo.
    
    Ok te lo prometto.
    
    Chiudi gli occhi. io li chiusi. E sentivo che si stava posizionando con una gamba a destra e una a sinistra della mia testa.
    
    Dai Marco, apri la bocca.
    
    Io la aprii. O cominciato a sentire delle gocce calde cadermi sulla faccia.
    
    Non vedo Marco ...
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