1. Storie di una brava bambina -2


    Data: 01/02/2023, Categorie: Incesti Autore: LuceS, Fonte: EroticiRacconti

    ... molto carina. Il tuo ragazzo è fortunato”.
    
    Mi sentii lusingata. Non ero una di quelle che si sentiva spesso dire “sei carina”. Certo, Ettore me lo diceva, ma solo quando in realtà desiderava gli facessi un pompino.
    
    “Non hai pensato che fossi… sporca, depravata? Le brave bambine non si strusciano” mormorai.
    
    “Le brave bambine fanno di peggio. E poi è normale toccarsi, te l’ho detto. Lo fanno tutti”.
    
    “Anche tu?” chiesi di getto.
    
    Lui mi lanciò un’occhiata esasperata.
    
    “Sì, sì anche io” rispose con un’alzata di spalle. “E anche molto di recente”.
    
    “Davvero? Quando?”
    
    “Smettila di fare domande”.
    
    “Dai, dimmelo! Sarà un altro nostro segreto”.
    
    “Ieri”.
    
    Uno strano pensiero si fece strada nella mia mente.
    
    “Ieri” ripetei lentamente. “Ieri, dopo che…”
    
    “Dopo averti vista, sì” completò la frase. “Non devi pensare male, non pensavo davvero a te mentre… insomma mentre mi toccavo. Ero solo eccitato della visione, dal contesto. Mi sono sentito in colpa. Sei mia nipote e non penserei mai a te in quel modo”.
    
    La cosa un po’ mi deluse, quasi speravo pensasse a me. Però l’avevo fatto comunque eccitare, aveva addirittura sentito il bisogno di masturbarsi. Il pensiero mi eccitò, potevo già sentire il mio sesso bagnarsi sotto la mutanda del costume.
    
    “ Puoi farlo, sei vuoi” dissi. “ Non mi dà fastidio se mi pensi mentre ti tocchi”.
    
    “Lucia, per favore… non dire queste cose”.
    
    “Io, a volte,” ripresi dopo un po’ “non riesco a trattenermi. E’ una voglia che non ...
    ... riesco a gestire, devo solo soddisfarla. Mi basta parlare o anche solo pensare al sesso che mi eccito, mi bagno”.
    
    “Lucia…”
    
    “Forse sono malata, ho qualcosa di perverso”. Mio ziò sospirò e mi diede una carezza sulla guancia.
    
    “Non hai niente di sbagliato” disse, ma io continuavo a sentirmi sporca perché proprio in quel momento, mentre parlavo tranquillamente con lui, sentivo l’eccitazione crescere. Volevo toccarmi e volevo che lui mi guardasse.
    
    “Anche adesso io…” non riuscii a finire la frase. Quasi speravo che la mia esitazione lo inducesse a prendere in mano le redini del gioco, che mi dicesse “sì, avanti, toccati qui”.
    
    Lui si passò una mano sul viso. Pareva che qualcosa lo angustiasse. Poi si avvicinò a me, dandosi uno sguardo attorno. C’erano solo un paio di coppie, ma erano sulla spiaggia a prendere il sole, troppo lontane per vederci o sentirci. Gli scogli della caletta ci coprivano.
    
    Mi spostò le gambe nella sua direzione, poi le divaricò. Io mi appoggiai con la schiena alla roccia dietro, felicemente consapevole di quello che sarebbe accaduto.
    
    “Toglilo” disse, indicando con un dito la parte sotto del costume. Io obbedii e mostrai il pube depilato, già bagnato e voglioso. Lo vidi deglutire. “Toccati, Lu, toccati…” continuò.
    
    Io obbedii ancora una volta. Era quello che desideravo. Avrei voluto dirgli che ero così bagnata a causa sua, che le sue parole mi avevano eccitato e da tanto un uomo non mi faceva quell’effetto, ma rimasi in silenzio. Cominciai ...