1. Finalmente la cugina


    Data: 01/01/2023, Categorie: Feticismo Autore: Davidd, Fonte: EroticiRacconti

    ... compagnia in marcia.
    
    Beviamo ancora qualcosa, ridiamo e scherziamo e poi porto volontariamente il discorso verso il sesso, ed il particolare il mio feticismo.
    
    "Hai fantasie da quel punto di vista?" le chiedo tra un sorso e l'altro.
    
    "Certo che sì, chi non le ha scusa?". Sorride, mentre con la coda dell'occhio la vedo dondolare il piedino avvolto dal tacco, una gamba accavallata sopra l'altra. Impazzisco.
    
    "Ad esempio? Ahahaha". La mia domanda è seria, ma la smorzo con una risata. Temo che l'argomento sia troppo pesante e, consapevole che avrei voluto sdraiarmi sotto al tavolo per leccarle i piedi, ho temuto l'alcool potesse trascinarmi.
    
    "Secondo te ne parlerei con te? Aahahaha. Ti voglio bene, ma mi sembra un po' troppo!". Ride.
    
    "Dai, facciamo così: se tu mi racconti qualche tua stranezza da quel punto di vista, anche io te ne dico una mia".
    
    "La so già la tua, non ha senso dirne una mia". Sorride ancora e beve un sorso.
    
    "E sarebbe?". Sapevo benissimo che era a conoscenza del mio feticismo, ma volevo farla uscire allo scoperto.
    
    "Ti piacciono i piedi". Ride ancora.
    
    "Si, è vero! Mi piacciono i piedi, anzi, ne vado matto a dir la verità". Sono uscito io allo scoperto (o, per meglio dire, mi ha stanato).
    
    Parliamo del più e del meno, cerco di mantenere il discorso lì ed all'improvviso esce la fatidica domanda: "I miei piedi come sono?". Abbassa lo sguardo a scosta la tovaglia. Mi sento legittimato a guardare del tutto ora, non solo a sbirciare: il ...
    ... suo piede, ricurvo sinuosamente per via del tacco che l'avvolge, stava dondolando, prima che lei lo alzasse e lo spingesse verso la panca su cui siamo seduti.
    
    "Beh, molto carino".
    
    "Cosa significa? Come puoi valutare?". Ride ancora.
    
    Parliamo ancora, ci confrontiamo, finchè prendo coraggio ed afferro il suo piede tra le mani. Sento il contrasto tra la parte fredda e laccata del sandalo e la morbidezza delle sue dita. Una sensazione che mi inebria.
    
    "Vuoi leccarli?" mi chiede.
    
    "Si!". Cazzo, l'ho quasi urlato.
    
    "Fai pure". Mi fissa con un sorriso beffardo.
    
    Comincio ad avvicinare il suo piede avvolto nel tacco al mio naso. Vengo inebriato dal mescolarsi della plastica del sandalo con il lieve sentore di sudore tra le sue dita morbide. Le mani passano continuamente dall'attaccatura del tacco al collo del piede, all'alluce. Sto realizzando un sogno.
    
    delicatamente, porgo una mano per afferrare anche l'altra gamba: volevo leccarle tutti e due i piedi, volevo gustare le sue estremità fino in fondo. Lei si muove dolcemente, appoggia anche l'altra gamba sulla panca su cui siamo seduti e si fissa poi con le mani.
    
    Leccarle i piedi è stato divino: la mia lingua inumidiva i suoi tratti, catturava il sapore di quelle dita meravigliose, succhiava gli alluci laccati di nero.
    
    A lei è inaspettatamente piaciuto: sentivo i suoi mugolii, mentre le mie mani e la mia lingua adoravano i suoi piedi.
    
    "Voglio altro" mi dice ansimando e si slaccia i tacchi, che piombano a ...