1. Intelligenza celeste


    Data: 30/12/2022, Categorie: Erotici Racconti Racconti Erotici, Etero Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    Questi lacci segano i polsi solcandomeli e gonfiandomi moderatamente le dita, poiché sono diventate ormai più rosse delle mie unghie perfette. Solamente poco fa, invero, davano fasto e sfoggio di grazia attorno a un bicchiere di Sherry, mentre scartavano con garbo un cioccolatino, ben sapendo che sarebbero finite legate con una calza alla spalliera d’un letto. E soltanto poco fa lui mi cingeva adorabilmente i fianchi, premendo leggermente la seta come si deve a una bella signora quando nasce un’intesa che leggera avanza, quando ancora nella commedia si fa finta d’essere anonimi in incognito. In seguito, tutto come al solito, la scena svanisce e rimane un odore di casa, di fritto, di sughi, la tavola ancora apparecchiata e i cuscini del divano scomposti, dove lui che mi cinge i fianchi guardando l’orologio a pendolo sopra la porta visibilmente in estasi, frastornato dalla veduta delle mie gambe accavallate.
    
    Ho capito che era giunta l’ora, il minuto durante il quale tutte le sere percorriamo quest’addossatoe compressocorridoio che ci porta dritti in camera da letto, perché ogni sera mi sbatte contro la credenza che dice sia antica, mi bacia il collo e poi il seno destro, credendo da anni, che mi procuri più piacere dell’altro, che non possa fare a meno di queste sue labbra che stringono il capezzolo e giuro mi creano solamente dolore, eppur questo seno gonfiato da ferretti e da imbottiture, serve unicamente alla sua lussuriosa eccitazione, soddisfa soltanto le sue richieste ...
    ... per farmi apparire un’avvenente puttana alla sua sicurezza di sentirsi protetto e al tempo stesso bambino. Premendolo con le mani, infatti, lui lo succhia come se uscisse riempiendosi la bocca di liquido caldo,perchéalle volte mi rammarico rattristandomie rincrescendomidi non potergli offrire. Lui insiste,incalza,prosegue sebbene io abbia le tette aride, lo lascio sennonché succhiare, finché le sue mani salgono e scendono per sentirmi più bella, per convincersi che anche stasera io ho diligentemente obbedito per filo e per segno alle sue bizzosee lascivevoglie, che gonfiano irriguardose e sfacciate quei boxer, che nessun uomo decentee presentabileporterebbe ancora.
    
    Lui mi palpa sotto la gonna, per assicurarsi avvedutamente che le mutande siano sempre le stesse, che il reggicalze che indosso non abbia cambiato colore e che i merletti che tra poco d’un niente slaccerà conoscendo a memoria i gancetti. Lui mi tocca fino dove le mie cosce diventano umide, però è soltanto risentimento, sforzo e sudore d’essere obbligata a indossare calze di nylon in pieno settembre. La camera da letto ha lo stesso profumo di vaniglia di sempre, così come il tovagliolo ricamato che sopra la lampada accesa diffonde la luce dove il suo sguardo assente segue un percorso illogico e incoerente, che io non conosco né che negli anni in nessun caso mi è stato concesso d’entrare.
    
    Adesso sono qua, con i polsi legati alla spalliera di quel letto in ferro battuto, indiscutibilmente rivoltata che aspetta ...
«123»