1. Strada illimitata e sconfinata


    Data: 14/10/2017, Categorie: Sensazioni Sesso di Gruppo Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    Nel silenzio della notte lui era abbracciato e stretto all’altro. In realtà erano stati attimi pensierosi e raccolti nei suoi occhi, precisamente nondimeno quella sera, prima di lasciarsi andare in modo definitivo al torpore del sonno, tenuto conto che erano stati in effetti attimi di bacata e di scellerata fantasia, per il fatto che parecchie volte sarebbero voluti evadere e infine dileguarsi dalla prigione della ragione per sgusciare scappando via lontano, da quella stanza semibuia di quell’inespressiva, minuscola e smorta città di provincia. Per lui era la prima volta, giacché assimilava e captava che cosa volesse dire la sua donna quando divulgava testimoniando d’essere intenzionalmente la sua puttana. Attualmente, assorbiva e comparava nettamente che cosa volesse esprimere e in ultimo intendere con il termine godere, ovvero di spassarsela nel dolore, quando il cazzo abile, compatto ed esperto del tizio gli affondava prepotente e rabbioso nel sedere.
    
    L’altro era un uomo poco più giovane di lui, per il fatto che aveva le guance d’un colorito roseo simile a un ragazzino e qualcosa negli occhi lo faceva apparire diverso, insolito e raro, perché quegli occhi nascondevano tanti espedienti e numerosi segreti che molte volte rimanevano tali, intrappolati e ben stretti tra i suoi denti. Addirittura lei era lì con loro, dato che coesisteva con la sua timidezza nel vivere la scena, visto che nel suo silenzio l’imbarazzo e l’eccitazione andavano di pari passo e s’insinuavano ...
    ... pigramente con un brivido sotto la gonna, tra quelle calze autoreggenti di pizzo che le cingevano le cosce piuttosto carezzevoli.
    
    Lei aveva uno sguardo assente, carico e diretto allo stesso tempo su quel presente in cui faticava a distinguere, familiarizzare e a riconoscersi, ma nel quale lei voleva stare a ogni costo. Lei aveva fisso e stampato nella mente i momenti con il suo maschio, quello che tempo addietro le aveva fatto testualmente dissipare abilmente e superlativamente l’intelletto, precisamente l’individuo con il quale compiere e operare purchessia affare e faccenda, purché a condizione però, che ogni cosa esprimesse, esternasse e significasse capriccio, gioia e godimento. Lei si sentiva coltivata, cullata da quei gemiti che non provenivano dai suoi ricordi, ma erano lì, in quella stanza sotto i suoi occhi. Lei continuava a ispezionare e a studiare i due maschi attorcigliati tra di loro, l’altro adesso prendeva il volto di lui tra le mani e se lo portava verso il suo, poi lento, delicato e in modo sudicione afferrava la sua lingua e l’accompagnava nelle sua bocca. All’improvviso ci fu un inaspettato silenzio, lei con gli occhi ingordi e smaniosi li esaminava entrambi e sorrideva allusiva e maliziosa.
    
    ‘Mala femmina che sei però, ma quanto sei impudica, svergognata e persino trafficona’ – pensava tra sé e sé.
    
    Dopo buttando uno sguardo sul suo uomo apriva le gambe e lasciava scivolare la mano, mentre la testa all’indietro s’accomodava meglio sulla poltrona. Lei ...
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