1. La mia nuova schiava


    Data: 14/10/2017, Categorie: Etero Autore: bull44, Fonte: Annunci69

    La signora che veniva da me ogni settimana, dipendente del mio commercialista, era una donna di circa 40-42 anni.
    
    Vestita sempre elegantemente, con giacca e gonne di maglia, svolgeva il suo lavoro con discrezione e diligenza,mai un sorriso, mai una confidenza, solo cose attinenti all’ufficio ed alla contabilità.
    
    Un giorno scopre tra le carte che normalmente lasciavo su una cassettina per lei, una ricevuta di un albergo pagata con la mia carta di credito personale, entra nel mio ufficio, me la porge e cordialmente come sempre mi domanda se era personale o per lavoro.
    
    Dal suo sguardo, mezzo di rimprovero e mezzo di curiosità, capisco che la cosa ha per lei un interesse personale.
    
    Appositamente mi giustifico in modo che lei capisca che era un cosa personale, e i suoi occhi brillano di gioia, un sorriso e poi esce.
    
    Strano, è la prima volta che mi sorride.
    
    La settimana seguente entra con uno strano sguardo nel viso, e’ molto più cordiale, quasi avesse scoperto che sotto i rapporti molto formali che esistono per lavoro dall’altra parte della scrivania c’è’ un uomo, che la guarda con interesse, non solo come collaboratrice ma anche come donna. La chiamo nella mia stanza, le pongo delle domande sulle tasse e sui versamenti, lei continua a sorridere, la carico di lavoro, e a questo punto lei mi dice “quanto lavoro, mi sembra di essere una schiava”. ammicca con lo sguardo. Capisco che è arrivato il momento di far emergere la mia identità di Master e trasformarla in ...
    ... una schiava devota.
    
    Faccio il giro della scrivania, le scosto giacca e camicetta e le afferro un capezzolo, lo stringo fino a farla urlare ma non si ritrae, è’ fatta sarà la mia schiava. Lei mi guarda implorante ma siamo disturbati da una visita improvvisa di un dipendente che chiede delle informazioni, si ricompone ed esce lasciandomi al mio lavoro.
    
    Vado nel suo ufficio e le lascio sul tavolo dei fogli, tra cui un post-it che indica ora e data del giorno nel quale dovrà presentarsi da me, nel mio ufficio alle 19,30 di mercoledì.
    
    Sono nervoso, penso a come faro con lei, e aspetto con trepidazione la sera, sono già seduto da 2 ore nella mia sedia e pregusto il momento.
    
    Campanello, lei entra con un soprabito blu e sotto il solito giacca-gonna di maglia, un girocollo rosso mette in evidenza le sue tette, discretamente grandi e sode.
    
    Cerca quasi di giustificarsi, non capisce perché l'ho chiamata, insomma e’ imbarazzata.
    
    Le ordino di spogliarsi, lei e’ un po restia, allora prendo un righello, la afferro per un braccio, la faccio girare e la colpisco forte sulle natiche; lei non esita più e si spoglia con studiata lentezza..
    
    La faccio salire su una sedia, le gambe tese la schiena in avanti, ispeziono la sua figa che trovo gà umida e le titillo il clitoride.
    
    Lei mugola, le chiedo se e’ mai stata legata, e le ordino di chiamarmi da quel momento padrone.
    
    Lei mi dice si, ma dimenticando “ padrone2, le do uno schiaffo sul culetto veramente forte.
    
    Prendo un , ...
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