1. Mal di testa


    Data: 18/06/2018, Categorie: Lesbo Sensazioni Autore: BlackCat, Fonte: RaccontiMilu

    Buio. Non capisco. Ero … dov’ero? Ah, si…. ricordo… cacchio che mal di testa!
    
    Di nuovo sono andata a ballare in quel posto del tubo. Mi ero ripromessa di non andarci più, invece non ho resistito alla tentazione.
    
    Già… una sessione intensiva di salsa. Corpi che si muovono a ritmo. Coppie instabili. Un nuovo partner ad ogni canzone. Sì… mi sono proprio divertita, come ogni volta.
    
    Solo che ora… cazzarola che mal di testa…
    
    Chissà poi perché in quel posto fumano così tanto… e non sigarette, che sono vietate, no…
    
    E io fumatrice passiva…. E ogni volta il mal di testa il giorno dopo.
    
    Beh, forse un’aspirina può aiutarmi. Allungo il braccio verso il comodino per accendere la luce.
    
    Ehm… dov’è il comodino? La mano incontra qualcosa di morbido, qualcosa di peloso… sento un mugolio. Uddiu! Mi sa che non sono tornata a casa mia ieri sera. Devo sforzarmi di ricordare…
    
    “mmmm … sei sveglia???” è una voce femminile.
    
    In effetti ricordo di aver ballato con un paio di ragazze. Di gran belle ragazze. Che non hanno trattenuto le avances tra l’altro.
    
    Sforzati, Gil, pensa… con chi sei andata via? dove sei andata? e soprattutto… cosa ci hai fatto con questa ragazza???
    
    “Gil???”
    
    “Si, si… sono sveglia… ho solo un gran mal di testa… ce l’hai un’aspirina?”
    
    “Certo… nel cassetto, in bagno.”
    
    Allungo la mano dall’altra parte: c’è un muro. Ok, vuol dire che per uscire dal letto la devo scavalcare, va bene… magari guardandola da quella posizione riesce a venirmi ...
    ... in mente qualcosa.
    
    Scosto il lenzuolo, l’aria fresca del mattino mi accarezza il corpo nudo.
    
    A mente fredda a pensarci bene non so nemmeno se nel sesso tra donne si possono prendere precauzioni di qualche tipo… e se è così… beh, non ne ho prese. E di certo l’aspirina non basterà.
    
    Mi metto gattoni e mi accingo a scavallare. È stesa a pancia sotto, il viso schiacciato sul cuscino. Una lama di luce che viene dal bagno le illumina una ciocca di capelli che copre gli occhi. Capelli neri, lunghi, mossi, lucidi. Morbidi, me ne rendo conto spostando la ciocca per vedere il suo viso.
    
    È bellissima. Mara. Si chiama Mara… ed è veramente uno schianto. Di botto mi torna alla mente tutta la parte di serata che era sparita.
    
    Stavo ballando con un uomo brizzolato che era in evidente stato di difficoltà a causa della velocità del ritmo quando mossa da pietà ho finto di aver bisogno di fermarmi e mi sono diretta verso il bancone del bar. E lei era lì. Con gli occhi fissati su di me.
    
    “Lo hai schiantato… beh, posso capire… ho l’impressione che sfiniresti chiunque!”
    
    Così ci siamo messe a parlare, bevendo un cocktail alla frutta a base di Batida, seguendo un po’ il ritmo col corpo, avvicinandoci e allontanandoci, allungando ogni tanto una mano per toccare un braccio o il fianco dell’altra… finché… finché la sua mano ha spostato una ciocca dei miei capelli e le sue labbra si sono avvicinate al mio orecchio e hanno sussurrato “Ho voglia di esplorare il tuo corpo… andiamo da ...
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