1. La schiava bianca (parte III) – La prima notte incatenata a terra


    Data: 21/06/2022, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Kugher, Fonte: EroticiRacconti

    Lei era sempre più sottomessa e lui aveva iniziato a farsi servire sempre più.
    
    Quando arrivava a casa lei doveva assisterlo alla svestizione. Lui faceva cadere a terra i vestiti e lei doveva raccoglierli e sistemarli.
    
    Prima ancora, però, si sedeva, le ordinava di togliergli le scarpe e le calze e di rinfrescargli i piedi con la lingua. Adorava vedere quella bella e giovane donna leccargli i piedi sudati della giornata. Oltre alla sottomissione, gli piaceva umiliarla.
    
    Una sera entrò in casa e la trovò nuda e prostrata a terra. Appena entrato lei si avvicinò alle sue scarpe e, piangendo, iniziò a leccargliele.
    
    “E’ andato male ancora l’esame…”.
    
    Attimi di silenzio. Si sentiva solo il suo pianto e la lingua passare sulla scarpe.
    
    La sua voce era calma ma ferma.
    
    Fu la calma a farla restare ulteriormente male.
    
    Come ordinato, si mise inginocchiata con le mani appoggiate al muro.
    
    Lui si tolse la cinghia e iniziò a frustarla.
    
    Furono 20 i colpi al termine dei quali lei si gettò, piangente, ai suoi piedi.
    
    La sua voce era ancora calma e questo la disorientò. Lui si diresse alla poltrona.
    
    “Vieni a fare il tuo lavoro”.
    
    Cominciò a leccargli i piedi ma sapeva che non era finita lì.
    
    Si aspettava una sfuriata che non avvenne.
    
    “Prepara la cena”.
    
    “Sì”.
    
    Non attese nemmeno l’ordine. Preparò solo per lui, sapendo che lei non avrebbe mangiato.
    
    Gliela servì restando inginocchiata mentre lui mangiava.
    
    Tra un boccone e l’altro lui le parlò, ma ...
    ... sempre con quella calma che lei trovava destabilizzante.
    
    “Evidentemente non è servita l’altra volta e non te ne sei fatta niente di tutta la comprensione e l’aiuto che hai chiesto”.
    
    Andò avanti a mangiare, ancora in silenzio, lasciandola in attesa.
    
    “Leccami i piedi mentre mangio”.
    
    Andò sotto il tavolo, gli tolse le ciabatte e cominciò a leccare.
    
    “Metti le mani sotto i piedi”.
    
    Anna obbedì per non fargli toccare il pavimento freddo con i piedi, mentre sul pavimento freddo doveva starci lei.
    
    Dopo cena la scopò con forza, con possesso e, poi, se la tenne sotto i piedi fino alla fine del film, immobile.
    
    Ogni tanto le metteva sul viso il piede che lei doveva leccare.
    
    Ormai Anna doveva servirlo in tutto, anche nelle più piccole cose.
    
    Adam aveva acquistato una campanellina.
    
    Quando aveva bisogno di essere servito, per qualsiasi cosa, la faceva suonare e lei doveva andare da lui ed inginocchiarsi per attendere l’ordine.
    
    Così, quando leggeva un libro e lei stava lavorando, se aveva sete gli bastava agitare la campanellina e lei accorreva da lui, si inginocchiava fronte a terra e attendeva di conoscere i suoi desideri.
    
    A volte suonava la campanellina solo per il piacere di vederla accorrere e prostrarsi ai suoi piedi.
    
    La teneva lì anche qualche decina di minuti, e poi la rimandava a lavorare.
    
    Nei giorni successivi le trovò un lavoro, vista anche l’avvicinarsi dell’estate. Aveva bisogno di capire la vita.
    
    Questo non le impediva, ovviamente, di ...
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