1. Lyskamm


    Data: 20/06/2022, Categorie: Lesbo Autore: Yuko, Fonte: EroticiRacconti

    La sveglia.
    
    Tenuta al volume minimo per non svegliare tutto il rifugio, eppure con quel suono odioso fatto apposta per interrompere il sonno più piacevole e disteso.
    
    Sistematicamente ti desta nel momento più profondo e appagante.
    
    Si dorme male al rifugio Gnifetti, a 3647 metri, di fronte ai ghiacciai del Monte Rosa.
    
    La quota, la nausea, il mal di testa. E tutti i rumori del rifugio, la gente che russa, chi si alza per andare in bagno, chi vomita a causa dell'altitudine.
    
    Le due di notte: l'orario per chi si avventura in vie difficili e lunghe, la punta Dufour, la cresta Rey e altre.
    
    Junko ha in programma di affrontare la parete nord del Lyskamm. In genere per questo difficile percorso ci si sveglia a mezzanotte per partire dal rifugio, ma Junko sarà da sola e pertanto molto più veloce, potendo permettersi un paio di ore di sonno in più.
    
    La giapponese armeggia con la pila frontale, raduna rapidamente i suoi vestiti pesanti ed esce rapida dallo stanzone ancora profondamente impregnato di sonno. Qualcun altro si è svegliato, diretto alla Dufour, la cima più elevata del Rosa, a 4633 metri.
    
    Rapida colazione giù nella stanza adibita a mensa. Tè caldo, fette biscottate e marmellata. Sostanze zuccherine per avere energia per la lunga ascensione in quota.
    
    Parole sommesse ed essenziali tra gli altri pochi alpinisti già svegli. Il gestore del rifugio, paziente, prepara le altre colazioni.
    
    La nord del Lyskamm, un sogno coltivato da anni. 700 metri di parete ...
    ... inclinata a 60°. uno sdrucciolo di ghiaccio che culmina a 4527 metri. In altezza il Lyskamm è la quinta cima del massiccio del Monte Rosa, ma come difficoltà è fra le più difficili, soprattutto per il versante nord. Un duro lavoro di polpacci e di picozze, senza mai un attimo di sosta, sempre in equilibrio sulle punte dei ramponi, ed un avvicinamento infinito. L'asiatica è da sola e non si perde in chiacchiere. Si lava i denti con l'acqua ghiacciata del bagno, prepara rapida lo zaino, stringe gli scarponi doppi da alta quota e vi aggancia gli affilati ramponi da ghiaccio a 12 punte, ed è già fuori dal rifugio.
    
    Sarà velocissima. Essendo da sola porterà uno zaino leggero, senza corda né chiodi da ghiaccio, non avendo nessuno da assicurare o da cui farsi assicurare in caso di caduta; solo due o tre moschettoni.
    
    Controlla il filo scorrendo il dito sull'acciaio delle due picozze e dei ramponi.
    
    Ecco, non deve assolutamente cadere. Senza corda e senza compagni di scalata, una caduta sarebbe mortale, scivolando sullo sdrucciolo ghiacciato fino alla base della parete.
    
    Ma il pericolo più grande saranno i crepacci nei ghiacciai che dovrà attraversare sia in salita che in discesa. Il rischio che un ponte di neve ceda facendola precipitare nelle profonde bocche nere che talvolta si aprono nei ghiacciai è significativo.
    
    Deve essere veloce per trovare neve ghiacciata che non ceda sotto il suo peso.
    
    In lontananza, lassù verso il colle del Lys, scorge delle luci che tremolano ...
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