1. Visioni di un uomo comune (3)


    Data: 27/05/2022, Categorie: Masturbazione Autore: PabloN, Fonte: EroticiRacconti

    ... colpo di vento che spalanca le porte e mescola i fogli sulle scrivanie.
    
    Scesero le mani, a cercare il confine dei morbidi pantaloni. Scivolarono sotto il bordo , sempre a contatto con la pelle calda dei fianchi. La stoffa iniziò a cedere, scivolando indolente verso le ginocchia. Ogni millimetro scoperto provocava in Luigi ondate di passione, una passione che mai aveva provato e, di questo era certo, mai più avrebbe provato.
    
    Puntò i piedi sul letto, quei piedi morbidi che avrebbe voluto baciare, e accompagnò la stoffa più giù, fin quando raggiunte le caviglie e la costrinse ad abbandonare del tutto il suo corpo.
    
    Ormai solo un perizoma, coordinato al reggiseno che giaceva immobile sul letto, separava la Dea dalla completa nudità. Ma non c’era fretta. La danza riprese, lenta ed ipnotica. Le mani salirono, scesero, accarezzarono e afferrarono. Il ventre si mosse al ritmo del respiro, ora più lento , ora più rapido e superficiale. Un movimento che affascinava Luigi, rendendo impossibile che lasciasse la finestra e quella visione.
    
    Infine anche l’ultima barriera cadde. Con decisione la Dea si liberò di quell’ultimo fazzoletto di stoffa. Luigi guardò incantato la nudità inconsapevolmente donata alla gioia dei suoi occhi.
    
    Le mani sottili iniziarono a sfiorare il pube appena velato di corta peluria curata, descrivendo circoli che a Luigi parvero infiniti.
    
    Lambì le carnose labbra che chiedevano l’accesso al suo umido anfratto. Le percorse salendo e scendendo. Trovó ...
    ... il dolce bottone posto all’apice di quelle calde ali e lo circondò con le dita, esponendolo alle carezze delle dita bagnate dei suoi umori. Quando ne fu sazia divaricò delicatamente le ali, esponendo la vulva all’aria tiepida dell’appartamento. Ebbe un piccolo brivido ma riprese le carezze con calma decisa. Scivolò in quella calda fessura, ne apprezzò la morbidezza percorrendola in tutta la sua lunghezza, allargando con le dita le labbra. Il respiro cambiava, il ritmo del ventre seguiva il piacere sempre più intenso.
    
    Dapprima un dito, poi due, trovarono la via affondando nella dolce apertura, accesso al suo corpo di Dea. Esplorarono l’umido anfratto, stretti dapprima segreto adito, per poi aprirsi in una caverna umida e accogliente, ricetto dei suoi umori. Entrarono e uscirono, portate alla bocca di Lei per gustare il suo dolce sapore. E poi di nuovo giù, nelle profondità del suo ventre. Ripeté ogni gesto un numero di volte che Luigi non avrebbe saputo contare, ormai rapito in mondi iperuranici, estranei ad ogni cognizione di tempo e di spazio.
    
    Non poteva percepire i gemiti di Lei, ma immaginava una voce soave che cantava al ritmo del piacere che Ella stessa si procurava.
    
    Quando la vide contrarsi, aprire e chiudere le gambe tremando come per uno spiffero gelido, capì che tutto era compiuto.
    
    Appoggiò la fronte imperlata di sudore al vetro, per poi accasciarsi sulla sedia come privo di forze, svuotato di ogni energia.
    
    Avrebbe voluto scendere di corsa le scale, ...