1. Sex 5 Domino


    Data: 16/05/2022, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Miss, Fonte: EroticiRacconti

    ... l'aria di una che veniva punita...", disse Riccardo stringendole un capezzolo.
    
    Bea si morse un labbro ma non poté trattenere un sospiro di piacere: "E cosa avresti in testa?", sussurrò eccitata.
    
    Riccardo ci pensò su un po' e poi concluse: "Diciamo che per tutta la mattinata farai la schiava".
    
    "E il padrone saresti tu?", chiese Bea prima di mettergli la lingua in bocca. Riccardo rispose di sì e lei disse con un risolino "allora ci sto".
    
    "Ok, finisco di mangiare e cominciamo".
    
    "Mi preparo qualcosa anche io", concordò Bea.
    
    "No, tu non mangi", le disse Riccardo dopo qualche secondo di silenzio, "tu vai sotto il tavolo e semmai prendi in bocca quello che ti do io".
    
    Bea fu violentemente scossa ed eccitata dalla volgarità di Riccardo. Si morse ancora una volta le labbra e ridacchiò "che porco" all'indirizzo del ragazzo, iniziando a sfilarsi le mutandine ormai bagnate.
    
    “Chi ti ha detto di toglierti le mutande, scusa? In ginocchio sotto al tavolo, su”. Beatrice obbedì ridacchiando, felice di assecondarlo in quel gioco.
    
    "Ti piacciono più i gatti o più i cani?", le domandò Riccardo.
    
    "I gatti", fu la risposta di Bea.
    
    "Perfetto, quindi sarai un cane", rise Riccardo prendendola in giro. E anche Bea rise, facendogli un ironico "bau!".
    
    Lui le allungò un biscotto sotto il tavolo, lei era troppo distratta a osservare il bozzo sotto le mutande del ragazzo, che dovette farle "allora?". Bea provò con la mano, ma lui ritrasse il biscotto dicendole "ti pare ...
    ... che i cani usano le zampe?". Un po' indispettita Bea si rassegnò ad addentarlo, proprio mentre Riccardo si sfilava le mutande e si sistemava meglio sulla sedia mettendole praticamente davanti alla faccia il suo cazzo e i suoi coglioni: "Lecca!... No, non ho detto di succhiare né di baciare, lecca! I cani leccano". Bea leccò cazzo e coglioni, che sapevano di doccia e non più del sapore di sesso della notte, finché lui finì di fare colazione e si alzò intimandole "resta così", uscendo dalla cucina.
    
    "Dai, vieni fuori, in piedi", le disse al ritorno. Aveva in mano la cintura dell'accappatoio di Iolanda e con quella le legò le mani dietro la schiena. Bea se lo lasciò fare prendendolo in giro "uh uh uh... sei proprio autoritario", lui le sbottonò la camicia abbassandogliela lungo le spalle, imprigionandola ancora di più e imprigionandole subito dopo le tette con le mani. Gesto al quale Bea reagì con un "oh sì" che la diceva lunga su quanto fosse eccitata. Ma durò poco, almeno finché Riccardo la spinse contro il vetro della portafinestra della cucina, schiacciandola. Bea avvertì subito il freddo del vetro, si lamentò. Ma la sua preoccupazione maggiore non era quella.
    
    "Dai, Ric, così mi vedono tutti...", gli disse.
    
    "Meglio per loro, direi... senti come sei bagnata", rispose mettendole una mano dentro le mutandine e passando un dito lungo tutta la sua apertura gonfia.
    
    "Ric, essù!", protestò Bea cercando di capire se dal palazzo di fronte qualcuno stesse sbirciando.
    
    "Tu ...
«12...678...»