1. Lockdown in famiglia (Capitolo 3)


    Data: 09/05/2022, Categorie: Racconti Erotici, Etero Lesbo Incesti Racconti sull'Autoerotismo, Sesso di Gruppo Autore: Lady_Lothlorien, Fonte: RaccontiMilu

    ... continuato per una mezz’ora se mamma non mi avesse interrotta ponendomi un dito sulle labbra e aggiungendo un “Shhhh piccola, tranquilla, tranquilla”. Il dito di mamma era sulle mie labbra e pensai subito che era pericolosamente vicino allo sperma di suo mio fratello, di suo figlio, che avevo in faccia. Poi mi ricordai di non indossare la maglia e d’istinto portai le mani ai seni per coprirmi. “Ah, adesso ti vergogni? Fino a pochi minuti fa stavi facendo un pompino a tuo fratello e ti facevi venire in bocca, mentre ora ti vergogni? Eddai cucciola, con me puoi stare tranquilla, davvero. Mi hai chiesto perché non ho messo le gocce anche a te; ma è ovvio no?! Non ero in corridoio perché volevo spiarti, ero in corridoio perché stavo venendo a trovarti, per giocare di nuovo insieme.” Un brivido mi percorse tutta la schiena mentre cercavo di riconnettere le sinapsi. “Giocare?” sussurrai tremante. “Si, giocare, coccolarci, stare insieme” disse abbassando lo sguardo, come se si vergognasse un po’, temendo forse di apparire infantile. Mi diede qualche secondo per ricomporre i pensieri che avevo in testa e realizzai che mamma era frustrata dalla situazione del lockdown sommata al fatto che ormai da un po’ con papà non si “coccolavano” più. Lo sapevo, lo avevo capito, ma non pensavo che a mamma pesasse così tanto. Ora mi sentivo quasi in colpa, per non averla compresa prima. La immaginavo sola, con i suoi pensieri, senza che si potesse sfogare con nessuno. Ma ora c’ero io, la sua ...
    ... piccolina, che poteva riempire di nuovo il suo cuore grande. “Ti abbraccerei adesso, lo sai mamma? Però sono un casino e dovrei prim…” senza lasciarmi finire, mamma mi abbracciò e mi strinse forte a lei. Io d’istinto feci un po’ di resistenza, non perché non volessi abbracciarla, ma perché avevo sperma dappertutto e non volevo schifirla. Ma lei non sembrava badarci, anzi, mi stringeva fortissimo. Tolsi le mani dai miei seni e li portai intorno ai suoi fianchi e poi dietro la schiena. Il mio viso era premuto sul suo collo e sentivo lo sperma di Luca entrare in contatto con la sua pelle e il suo pigiama. Poi, come se fosse tutto già prestabilito, come se il destino ci stesse guidando, i nostri volti rimasero a pochi centimetri di distanza, quello di mamma bello come il sole, con quel leggero sorriso che tanto adoravo, di fronte al mio, bello come il suo spero, ma ricoperto ancora di sperma. Vedevo gli occhi di mamma percorrere il mio viso fino a scendere sui seni. “Te l’avevo detto mamma che sono un casino” sussurrai quasi con vergogna. “Ma quale casino cucciola, sei stupenda, anche se tuo fratello ti ha veramente inondata! Non credo abbia preso da suo padre” rispose avvicinandosi a me, sempre di più, lentamente, inesorabilmente, alla fine le nostre labbra di incontrarono.
    
    Iniziammo con tanti piccoli baci sulle labbra e fra quei baci di tanto in tanto mamma sussurrava “Ti amo tantissimo piccolina”. Quelle parole mi fecero prendere fuoco dentro. “Anch’io mamma, ti amo da morire, ti ...
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