1. La tesi, 1 - Pazientò l'orco


    Data: 19/01/2022, Categorie: Gay / Bisex Autore: Calidamanus, Fonte: EroticiRacconti

    ... minuti, lo sento irrigidirsi via via per il dolore.
    
    Di colpo, gli abbasso le mutande e osservo i glutei arrossati, li accarezzo.
    
    “Tutto liscio, come piace a me”, lo prendo in giro.
    
    “Giusto qualche peletto, ma nulla che interferisca fra noi” commento poi mentre con il medio passo lungo il suo solco e nei dintorni del suo buchino.
    
    All'improvviso lo tasto davanti, naturalmente percependo la punta umida del suo uccello.
    
    “E qui che abbiamo?” chiedo sarcastico.
    
    “Il mio cazzo...” mugola lui.
    
    Gli schiaffeggio la natica.
    
    “Linguaggio...”, lo sgrido. “Non hai diritto a chiamarlo un cazzo, sei un ragazzino e questo è al massimo un pisellino. Non ti vergogni a eccitarti mentre vieni punito? Ora levati pantaloni e mutande, la punizione non è finita”.
    
    Silenzioso, si sfila le scarpe ed esce da mutande e pantaloni, poi mi guarda interrogativo.
    
    Un ragazzo di ventun'anni con capelli ricci scompigliati, occhi vogliosi, il labbro superiore imperlato di sudore, capezzoli duri sotto la maglietta e un pisello non grande ma duro che svetta verso di me.
    
    Non male per una tesi.
    
    Mi sfilo la cintura dai pantaloni mentre lui capisce e il suo viso s'imporpora.
    
    Mi siedo e lo afferrò, lo posiziono sul mio grembo con il culetto per aria e gli allargo brutalmente le gambe, prendendo il suo pisello e mettendolo tra le mie cosce duro e umido com'è.
    
    Comincio con la cintura a colpirlo, e dopo pochi colpi lui si dimena, urla.
    
    Ogni volta si sfrega su di me, e so che ...
    ... non manca molto.
    
    “Basta!”
    
    SLAP!
    
    “Per favore!”
    
    SLAP!
    
    “Sarò bravo ora...”
    
    SLAP!
    
    “Ah! Mhmmm!”.
    
    Ed ecco che sento tra le mie cosce il suo liquido che si sparge, e il suo pisello diminuire sempre più.
    
    Ancora qualche colpo mentre lo sgrido.
    
    “Maiale! Mi hai sporcato mentre ti punivo, non ti vergogni?”.
    
    Prima che i suoi gemiti si facciano pianto, decido di smettere. Una carezza veloce, un attimo solo di pressione al centro del bocciolo del suo culetto e lo faccio alzare.
    
    “Ora potrai ringraziarmi per la punizione e pulire la tua schifezza, birbante”, lo apostrofo, mentre mi libero l'uccello dai pantaloni e divarico le gambe.
    
    Lui si inginocchia davanti a me e apre la bocca, succhiandomi subito con avidità.
    
    Gli impongo il mio ritmo prendendolo con dolcezza per i capelli.
    
    Perché il gioco duri di più sospendo le ciucciate e lo faccio leccare il suo sperma sulle mie cosce, poi passa di nuovo alla mia asta finché non mi fa venire e ingoia tutto il mio seme mentre lo lodo per essere finalmente un bravo ragazzo.
    
    A questo punto non serve dire altro: gli faccio cenno che si rivesta, anche se terrò per me i suoi slip rossi in un certo cassetto della mia scrivania dedicato a simili trofei.
    
    Lui è imbarazzato, ma il sorriso affiora di nuovo sul suo volto accompagnato da quelle fossette.
    
    Quando è pronto, lo rassicuro: “Ti manderò una mail con le istruzioni e il prossimo appuntamento”.
    
    Il sorriso ora è larghissimo: “Grazie mille prof, a presto ...