1. Schiavizzato da suo capo parte sesta


    Data: 11/01/2022, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: astroxman, Fonte: EroticiRacconti

    Il dildo nell’anno gli procurava fortissimi dolori, ma tenerlo tutto il giorno tutti i giorni soprattutto quando lavorava lo faceva sentire oggetto del suo padrone anche quando lui non c’era. così voleva vivere la sua vita, essere posseduto e sottomesso ai voleri altrui, senza protestare, senza disubbidire mai, soffrendo ingiustamente. il padrone lo chiamò di nuovo dicendogli di presentarsi a casa sua sabato sera dandogli però alcuni ordini. doveva andare a farsi depilare al laser in modo che i peli non gli ricrescessero più in ogni parte del corpo e doveva rasarsi i capelli completamente a zero. non capiva perché se non che fosse un nuovo modo di umiliarlo. lui teneva ai suoi capelli, folti e lunghi, che piacevano alle ragazze. forse per quello il padrone voleva ridurlo in quel modo. accettò con piacere la nuova umiliazione. sabato sera emozionantissimo ancora si presentò a casa del padrone. aprì che indossava una elegantissima vestaglia di seta, da nobiluomo. immediatamente si gettò ai suoi piedi baciandoli che indossavano eleganti pantofole anch’esse da nobiluomo. il padrone gli diede un calcio in faccia, gli ordinò di spogliarsi nudo e di andare nella camera degli ospiti: “troverai degli abiti speciali e altre cose, indossa tutto e poi torna a quattro zampe da me cane”. andò, non sapevo cosa aspettarsi poi vide sul letto un paio di collant neri di seta fine, una camicetta da cameriera, una parrucca bionda e un rossetto. c’erano anche scarpe tacco dodici. capì con ...
    ... terrore cosa voleva il padrone: sissificarlo, renderlo una femmina. il cazzo si eccitò. indossò tutto, i collant senza mutandine con il cazzo sotto bene in vista, la camicetta da cameriera e la parrucca. gli piacque quel che vide, aveva un bel viso e con quei lunghi capelli biondi sembrava quasi una donna. poi si mise il rossetto, rosso acceso e della cipria sul volto per coprire ogni apparenza di barba. si guardò allo specchio: era una bella figa. mise le scarpe con i tacchi ma inevitabilmente non riuscì a stare in equilibrio. poi erano anche strette e gli facevano un male cane. tornò dal padrone a quattro zampe tenendo le scarpe in bocca. “cosa fai idiota del cazzo? indossa le scarpe!” gli disse mollandogli alcuni calci fortissimi in faccia e in pancia. “Padrone perdono non riesco a stare in piedi…” mugolò. il padrone rise. “lo sapevo per questo ho preso qualcosa di speciale”. aprì una scatola, c’era un marchingegno di ferro. era un apparecchio che cingeva il piede dalla caviglia a sotto le scarpe, pensato apposta per obbligare a stare nelle scarpe con tacchi alti, bloccati, senza cadere, fino a quando non si sarebbe imparato a stare in piedi. lo schiavo indossò la macchina. il dolore era terribile, ma riuscì a stare in piedi, bloccato. il padrone lo guardò ridendo. “ecco cane così mi piaci. adesso resterai così tutta la sera”. “sei molto bella cagna così truccata. diventerai la mia puttana, così mi piaci. la mia troia da scopare”. si avvicinò e lo baciò profondamente in bocca, ...
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