1. Filippo


    Data: 07/01/2022, Categorie: Tradimenti Autore: Karenina_Vronskij, Fonte: Annunci69

    PROLOGO
    
    Piove, come spesso accade nelle cittadine del Nord Est a ridosso delle dolomiti nei mesi invernali, ed il vento freddo trasforma ogni goccia di piaggia in un ago di ghiaccio che penetrando nel collo del cappotto provoca brividi in tutto il corpo.
    
    Sono le 20:00 e come ogni sera Filippo torna verso casa. Incede con un passo lento e dinoccolato, lo sguardo basso e fisso, tanto che sembra contare le betonelle del marciapiede, perso nei suoi pensieri, così tanto, che sembra non avere alcuna fretta di arrivare a casa.
    
    Filippo è un quarantenne allampanato, quasi scheletrico, nel suo incedere le lunghe braccia fanno da contrappeso alle sue gracili gambe mentre cammina sotto la pioggia coperto soltanto da un pastrano nero.
    
    La piccola testa tonda e piccolina, che reca ancora una vaga idea di capelli, è ornata da due piccoli occhietti neri che sembrano puntaspilli marcati da folte sopracciglia mentre il naso aquilino sembra poggiare sui sottili baffetti da roditore. L’incarnato è giallognolo e folti peli ispidi e neri fanno capolino dalle orecchie e dal naso.
    
    Il capo è coperto da una bombetta nera che insieme al pastrano, alla forma della testa ed al colorito della pelle richiama l’idea di un abatjour vintage.
    
    A rendere il suo incedere più incerto contribuisce una grossa borsa nera in pelle, molto elegante, del tipo di quelle dei chirurghi, che porta sempre con sé, senza mai staccarsene.
    
    Non ha amici Filippo, a lui non interessano i chiassosi belati dei ...
    ... trevigiani, è serio lui, vive in un mondo dove l’allegria becera non può entrare. Quando parlano di lui, lo fanno sottovoce, tra ironici sorrisetti ed espressioni di disgusto, chiamandolo “il chirurgo”.
    
    Arrivato ad un isolato da casa si ricorda del messaggio di sua moglie Ada, una Giunonica donna cinquantenne di Ponte di Piave, che apporta alla coppia una poderosa dose quotidiana di allegria e voglia di vivere che però infastidisce Filippo.
    
    “Ricordati di portare la coca cola per il Boccia e giacché ci sei prendi due pizze, gorgonzola e speck per me e margherita per il Boccia che ha digerito male ieri sera” recita perentorio il messaggio della Ada.
    
    L’uomo cambia direzione e senza alterare il passo si avvia verso il solito negozio di pizza da asporto dal quale si serve ormai da anni.
    
    Il titolare lo riconosce e, vista la serata piovosa, tenta di sdrammatizzare con una battuta ironica sul Governo ma quasi subito abbandona qualsiasi altro tentativo di aprire una conversazione ricordandosi che da questo cliente riuscire a ricevere un atono “buonasera” prima dell’ordinativo costituisce già un notevole livello di interazione.
    
    Filippo, con passo sempre più incerto, con la valigia in una mano e le pizze e la coca cola nell’altra si avvia, sotto una pioggia ormai battente, verso casa, senza però modificare il suo passo.
    
    Quando arriva davanti al palazzo popolare dei primi anni cinquanta, nel quale abita da sempre al quinto piano, è ormai completamente inzuppato.
    
    Come se ...
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