1. Vacanza di sesso dalla suocera - parte 2


    Data: 21/12/2021, Categorie: Tradimenti Autore: Pierre, Fonte: EroticiRacconti

    ... sale facendo vedere le mutandine bianche.
    
    A quel punto mi faccio scappare un “ommadonna” e faccio un lungo sospiro e lei si volta, restando però sporta in avanti, con le braccia allungate verso i rami carichi e, soprattutto, con una coscia sollevata rispetto all’altra, così da continuare a lasciarmi vedere lì nel mezzo qualcosa di niente di esagerato ma che instilla idee indecenti.
    
    Mi guarda sorpresa, all’inizio, poi sorridente; un sorriso che si fa malizioso, come se in testa le si presentassero fantasie audaci e mi dice: “Come sei mattiniero. Ti è venuta voglia di raccogliere frutta?”
    
    Osservo quelle due tettone enormi che pendono senza reggiseno; quelle minnazze gonfie e pesanti che, stando piegata in avanti, paiono due angurie, sul punto di andare per terra. Il loro peso e la loro grandezza deformano la stoffa del leggero prendisole. Ha le mammelle e la pancia come quelle delle vacche ed i pensieri più osceni mi offuscano ormai la mente.
    
    Con uno slancio deciso e audace mi porto a ridosso della scala e l’afferro per farle vedere che mi preoccupo di mantenerla più stabile.
    
    “Che cavaliere, grazie,” mi dice lei mentre scende, sorridendo divertita perché io, perso ogni ritegno, le fisso deciso le cosce e il culo, che si agita ammiccante al suo scendere piolo dopo piolo, e poi sempre più sfacciatamente attacco il mio sguardo, ora eccitatissimo, sulle tette da ottava o nona misura che, scendendo, arrivano a un soffio dalla mia faccia. Finito di scendere me la ...
    ... ritrovo di fronte, quasi addosso, e adesso i miei occhi si gettano nella generosa scollatura e sprofondano in quel solco mozzafiato.
    
    Restiamo così, come in imbarazzo ma con una eccitazione palpabile nell’aria. Il mio petto e il suo seno che quasi si toccano. Sento i suoi capezzoli duri che mi sfiorano.
    
    “Allora,” fa lei, sempre sorridendo provocante, “vuoi raccoglierla o no ‘sta frutta?”
    
    Io rompo gli indugi e senza risponderle piazzo le mani, a palmi aperti, sulle sue tettone e prendo a palpargliele oscenamente da sopra il vestito. Lei ride e si lascia perquisire e scrollare dalle mie manate che affondano senza ritegno, mungendola come una vacca; come la vacca che è. “Mmm... ce ne hai messo per deciderti a raccoglierle queste angurie!”. “Dio cane che puttana che sei... Sono anni che mi giri attorno con ‘ste tette da vacca al vento, e più invecchi più ti comporti da troia. Ti è piaciuto fare ammattire tuo genero, eh? E adesso vedrai che ti faccio... Puttana della madonna, adesso vedi!”
    
    Così dicendo la prendo per le spalle e la faccio girare. Lei si lascia scappare un’esclamazione di sorpresa e si ritrova stretta nella mia presa, con un braccio la cingo ai fianchi e con l’altra mano continuo a impastarle le mammelle. Nel frugarla con così tanta foga le strappo il vestito, e le tettone, liberate, strabordano pendendo in maniera oscena. Le arrivano più giù dell’ombelico e io faccio scivolare la mano sotto la stoffa strappata e le palpo la fica. Da sopra le mutande sento il ...