1. Non hai riguardo di me


    Data: 24/05/2018, Categorie: Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    A dire il vero mi rallegra e mi rincuora quest’idea, perché mi piace desiderarti e pensarti, dato che ti penso quando sai che ti penso, e ti penso laddove non sai che ti penso. Tu accendi, scateni e stuzzichi in me impulsi, istinti sessuali animaleschi e selvaggi, visto che ti desidero come una donna, come un uomo, come un animale. Io sono come un corpo senza pelle, il desiderio cade su di me e brucia inflessibile e intransigente senza tregua, come il sale gettato sulle mie carni incustodite e indifese.
    
    Io mi sento morire mentre mi parli, quando mi guardi e ti muovi impalpabile verso di me, siccome una mano sfiora il mio braccio in un gesto distrattamente calcolato e voluto. La tua mano calda incontra la mia pelle fasciata di calze a rete nere decorate con fili intrecciati, messe come una barriera nel tentativo inutile e ridicolo di porre una difesa e una tutela ai tuoi assalti. Tu senti la mia pelle attraverso le trame della calza, la tua mano su di me &egrave mia, il mio cuore che aumenta i battiti &egrave il tuo.
    
    Quando ti penso non ho considerazione né rispetto di me, non mi curo delle mie timidezze e delle mie vergogne, non posso calmare né rabbonire il mio desiderio d’avvolgermi attorno a te come un’edera, di farmi inchiodare al muro come una farfalla, perché in questo gioco a due io ti possiedo anche quando non te ne accorgi, in un orgasmo continuo iniziato nell’istante in cui i nostri occhi si sono incrociati e tu m’hai visto incorniciata in quel portone buio ...
    ... con la pelle bagnata di pioggia. E anche adesso continui a insidiarmi e a tormentarmi, perché anche se non ci sei non smetto di sentirti dentro.
    
    Io mi ricordo dei tuoi baci, per il fatto che un bacio inizia molto prima del bacio stesso, perché un bacio &egrave il punto d’incontro e di ritrovo di due corpi che s’afferrano da lontano, si spingono a vicenda, poi si tuffa uno nella bocca dell’altro in un’apnea sempre più golosa. Una bocca s’apre e l’altra la segue mansueta per poi aprirsi essa stessa, seguita questa volta dalla compagna come in una danza. La bocca dell’uno ruba saliva all’altra, pregustando in quell’umido un’anteprima di quell’altra bocca ancora lontana per adesso, ancora imprendibile e inattaccabile per ora.
    
    Lei amava quel suo sentirsi usurpata e invasa, finché abbassò lo sguardo e sentì la sua pelle farsi bollente prima ancora che lui la toccasse, perché il tessuto del bustino fu debellato e la sua mano ne occupò il posto. Non poteva non farlo adesso: s’inarcò verso di lui per offrirsi interamente arresa, prigioniera e mai come in quel momento davvero affrancata e libera, posò le mani sui suoi fianchi e ne percorse l’elastico senza varcarlo, solamente per sentire la sua voglia farsi compatta e il suo respiro farsi più rapido. Gli piaceva il finto negarsi e quel respingere improvviso di lei, tenere le cosce chiuse, la sua apparente e ingannevole resistenza, poi guardarlo con gli occhi nudi di desiderio.
    
    Lei era brava ed esperta, sapeva giocare, dato che ...
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