1. La scoperta del piacere


    Data: 24/05/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: Elena Anele, Fonte: EroticiRacconti

    Ero una ragazza come tante, impegnata negli studi e piena di passioni, in perenne conflitto coi miei genitori, timidissima ma con una gran voglia di emergere.
    
    Qualche anno prima ero entrata a far parte di una squadra di pallavolo giovanile e, nonostante il mio metro e sessantaquattro non fosse un'altezza invidiabile per il ruolo di palleggiatrice in questo sport, il mio talento era riconosciuto da molti addetti ai lavori. Cercavo di migliorarmi con grande solerzia. Avevo compagne di squadra simpatiche, affiatate e un'allenatrice, Sofia (che giocava in prima squadra), per la quale nutrivo grande affetto e stima. Sono sempre stata una di quelle persone convinte che il lavoro duro ripaghi e perciò ho sempre svolto ogni consegna senza la minima obiezione. Il mio sogno era far parte della prima squadra in pianta stabile e non mi accontentavo più di giocare titolare nella squadra giovanile con soltanto qualche convocazione "premio" o sporadiche apparizioni in serie A2.
    
    Gli allenamenti finivano sempre tardi ed erano davvero durissimi. A volte capitava (se eravamo particolarmente chiassose o meno concentrate e disciplinate del solito) di rimanere a fare qualche seduta di "pesi" in più (come una sorta di piccola punizione) o a sistemare palloni, cinesini o tappetini in magazzino e anche a srotolare e riporre la rete per "liberare" la palestra per le lezioni delle scuole medie e superiori del mattino seguente.
    
    Venne il giorno in cui era in programma un'amichevole e ...
    ... all'ultimo momento, Sofia ebbe un imprevisto che le impedì di essere presente. Si fece sostituire alla nostra guida tecnica dal suo ragazzo, anche lui pallavolista (ovviamente) della prima squadra maschile. Era molto più grande di noi, altissimo, coi capelli rasati e due occhi dal taglio leggermente orientale, nerissimi. Un bellissimo ragazzo, a proposito del quale civettammo e scherzammo un po' quando fummo solo noi giocatrici nello spogliatoio. Solitamente agli allenamenti ci si presentava senza curare troppo il nostro aspetto con capelli raccolti in modo pratico più che estetico, gambe non sempre depilate e lisce come seta, ma alle amichevoli eravamo sempre in perfetto ordine, sapendo bene che molte persone sarebbero venute a vederci giocare. Luca, così si chiamava il nostro coach "improvvisato", tenne un discorsetto ed espose alcune sue idee sulla squadra. Scendemmo in campo molto determinate e vincemmo una partita molto equilibrata. Ero soddisfatta del livello del mio gioco anche se un mio banale errore di palleggio nel quarto set avrebbe potuto costarci caro. Al termine della partita, eseguimmo i soliti esercizi di stretching e defaticamento mentre Luca condivideva con noi quanto di positivo aveva visto e ciò sul quale dovevamo lavorare per migliorare.
    
    Quella sera, in camera mia, ripensai a Luca e al suo sguardo, al suo corpo atletico e allenato, alla sua voce così adulta e sicura di sé. Non riuscivo a dormire. Stavo vivendo un'età complicata e prepotentemente il mio corpo ...
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