1. Incontro di lavoro


    Data: 13/12/2021, Categorie: Erotici Racconti Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Etero Tradimenti Autore: azzurrogrigio, Fonte: RaccontiMilu

    Dovevo andare per lavoro in un paese fuori Vicenza. Un semplice controllo di cantiere.
    
    Non che ne avessi voglia, si trattava di routine. Dovevo dare un veloce parere, più per l’amicizia con Giulio che per altro.
    
    L’appuntamento ricordo era per le 14. Subito dopo pranzo. In una pasticceria, quasi più un locale a dire il vero, lungo strada che portava verso Schio. Arrivo un po’ in anticipo e resto nel parcheggio davanti, smanettando con il cellulare, quando all’improvviso compare sullo schermo la chiamata di Giulio.
    
    Non che avessi molta scelta. Quindi intanto scesi e andai in pasticceria per prendere un caffè. Era una giornata di novembre. Grigia. Coperta.
    
    Mi avvicinai al banco dove una ragazza carina e simpatica mi portò un caffè che bevvi con calma.
    
    Fu un istante e mi sentii sfiorare il braccio e chiamare.
    
    Mi voltai e annuendo vidi Silvia. Una donna non troppo alta, fasciata in uno stretto vestito scuro che risaltava i suoi seni, gambe magre e lunghe, slanciate sui tacchi, capelli neri, mossi fino alle spalle.
    
    Risposi con un – si ciao – imbarazzato e stupito. Non conoscevo Silvia e non mi aspettavo di trovarmi di fronte una donna così affascinante.
    
    Insomma: una battuta e uno scherzo bevendo a un tavolino prima un caffè, poi un amaro, scoprimmo una discreta intesa che cominciò ad eccitarmi. La osservavo e vedevo che le piaceva giocare, ma non capivo fino a che punto.
    
    Fatto sta che vedendo l’ora, già mezzora andata, dissi – forse è meglio andare – e ...
    ... proposi di prendere la mia auto. Tanto poi sarei dovuto ripassare e l’avrei riaccompagnata o sarebbe tornata con Giulio. Lei accettò senza problemi e quando salì in macchina una cosa mi colpì, perchè vidi il vestitino salire fino a mezza coscia. Era certamente bella, ma quelle gambe erano decisamente sexy. Lei restò così, senza particolari problemi, e partimmo continuando a chiacchierare. Dopo qualche minuto con la scusa del cambio, non so neppure perchè, sfiorai la sua gamba, prendendo una caramella nel portaoggetti. Notai che si intravedeva l’elastico delle autoreggenti e mentre lei continuava a parlare, fissai un attimo. Se ne accorse e per un attimo si fermò. Poi sorrise e disse, sdrammatizzando: – non ti piace? – pareva scherzare
    
    Non so perchè io fui colto alla sprovvista e risposi subito, d’istinto, rilanciando – dovrei sentire al tatto per dire… – ridendo un po’…
    
    Lei ammutolì, io pensai alla cazzata che avevo appena detto, ma per un attimo, vedendo la sua esitazione, allungai la mano e l’appoggiai sulla sua coscia. Era stupita e confesso pure io della mia iniziativa.. Le sue gambe erano ferme, immobili. Che fai? – disse, come impaurita.
    
    Silvia non faceva nulla. Era ferma. E io scesi sulla sua pelle. Morbida, liscia.
    
    Lei non disse nulla. – No – disse piano
    
    Ma mi spinsi più su e mi appoggiai sulle sue mutandine, un pizzo leggero. Ormai ero troppo avanti. Con un dito le scostai… stava stringendo le cosce… – no – sussurrò, ma il mio dito, su quella pelle nuda, ...
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