1. Vacanza di sesso dalla suocera - parte 4


    Data: 27/10/2021, Categorie: Tradimenti Autore: Pierre, Fonte: EroticiRacconti

    ... divertita la sorpresa di quelle leccate.
    
    Ziocane che goduria pazzesca affondare in quel manto peloso e succhiare umori da quella fessura carnosa.
    
    Quella posizione avventurosa e oscena, sulla scala a pioli, e la situazione altamente torbida, con quella troia e vacca di cognata, mi hanno eccitato all’inverosimile portando il mio cazzo a farsi duro come marmo e svettare come un palo indecente, pronto a stantuffare ancora indomito in quella calda fregna colante. Non prima però di essermelo fatto succhiare per bene da quella bocca ingorda, sempre vogliosa del mio grosso cazzo.
    
    L'ho aiutata a scendere e lei si è subito messa in ginocchio, senza neanche preoccuparsi di raccogliere le pesche, che tanto piacciono alle figlie e nipoti. Ne ho raccolta una io mentre lei si è fiondata a bocca aperta sulla mia mazza che le svettava davanti.
    
    Come un’ingorda assatanata ha ingurgitato la cappella che pulsava dura e carnosa, impalandosi anche metà asta, e ha preso a succhiare con un’avidità oscena mentre io mi sono sporto in avanti e ho addentato una pesca succosa, facendo colare il brodo proprio sul mio cazzo.
    
    Ho messo la mano sulla sua testa, afferrando le ciocce di capelli, e con il bacino ho preso a spingere, scopandola con irruenza fino in gola.
    
    Lei succhiava bramosa la mia asta che scompariva e riappariva nella sua bocca. Ingoiava intanto il succo della pesca che oltre che sul mio cazzo le stava sbrodolando sulle tettone enormi e pesanti da vacca, che pendevano fuori ...
    ... dalla maglia.
    
    Quando si sfilava di bocca la cappella, si dedicava a leccarmi l’asta ed a scorrerla per lungo, con baci e succhiate, fino alla base. Anche i coglioni si stavano inzuppando del brodo della pesca, e la mia premurosa cognata si è dedicata ad affondare la bocca nel folto della peluria che li ricopre ed a succhiare golosa sia le palle, grosse e dure, che quel dolce succo estivo.
    
    Dopo l’ho fatta alzare in piedi e fatta mettere a novanta gradi, facendola abbracciare all’albero di pesche mentre l’ho presa per i fianchi. Le ho sollevato la gonna, le frange dell’orlo le cadevano sulle chiappe; gliele ho divaricate mettendo in bella mostra il buco del culo e lo spacco della fica, con una selva di pelo nero che si estendeva fino all’ano e che non mi sono risparmiato di leccare. Che godimento passare e ripassare la lingua in quella oscena peluria cresciuta intorno agli orifizi che gocciolavano umori.
    
    In quella posizione le ‘mostruose’ tette di mia cognata pendevano oscenamente nel vuoto, gonfie e pesanti come le grasse mammelle di una vacca; tette che non hanno nulla da invidiare a quelle della madre.
    
    Ne ho afferrata una, palpandola e strizzandola a dovere. Ho pizzicato con avidità il capezzolo ruvido e duro. Lei mugolava e ansimava, invitandomi a fotterla. Io ho strusciato la cappella sulle labbra gocciolanti e pelose della sua fica matura poi ho forzato, infilandola nel buco bagnato, e spinto deciso, per impalare con tutta l’asta questa porcona.
    
    Ho preso a ...