1. Vacanza di sesso dalla suocera - parte 4


    Data: 27/10/2021, Categorie: Tradimenti Autore: Pierre, Fonte: EroticiRacconti

    Come succedeva dal primo giorno delle vacanze, la mattina mi alzavo all’alba.
    
    Mia moglie si girava nel letto e riprendeva a dormire di gusto. Credeva che questa mia abitudine fosse dovuta al piacere di godermi la frescura e la quiete del frutteto. Invece io mi alzavo con la verga già dura, e che scalpitava al pensiero di quella vaccona che fremeva dalla voglia di ciucciarmela e di farsela pistonare nella ficona grassa, pelosa e ribollente di umori.
    
    Quella mattina ho raggiunto le piante di pesca con una voglia esagerata tra le gambe, il cazzo duro da ore, impaziente di impalarlo nella fregna sempre ingorda di mia suocera, e avvicinandomi ho visto la scala a pioli appoggiata all’albero.
    
    In cima però, con mia grande sorpresa, c’era mia cognata intenta a staccare delle grosse pesche e a lasciarle cadere nel cestino di vimini. L'ho fissata con un’espressione spiazzata, lei mi ha sorriso divertita, facendomi capire che se lo aspettava di sorprendermi.
    
    “Ti piace proprio tanto la ‘pesca pelosa’, eh?” Ha detto strizzandomi l’occhio.
    
    Ho capito che doveva avere scoperto la tresca fra me e sua madre, e da troia qual è non voleva farsi scappare l’occasione di entrarci anche lei.
    
    Mi sono allora avvicinato a reggerle la scala e, sorridente e sfacciato, ho sollevato gli occhi e puntato la sua fica.
    
    Con intrigante piacere ho visto che non portava le mutande e così, sotto la gonna bianca con l’orlo sfrangiato, potevo godermi l’osceno spettacolo di quella sorca rigonfia ...
    ... e piena di pelo. Un cespuglio nero e arruffato come piacciono a me. Mi sono complimentato e le ho imposto di non depilarsi la fica per tutta la durata delle vacanze.
    
    Che spettacolo depravato mi sono goduto dalla migliore posizione possibile. Con lei che ogni tanto guardava in giù e rideva compiaciuta per il panorama che mi stava offrendo.
    
    Ho continuato a fissarla in mezzo alle grasse coscione e intanto ho tirato fuori il cazzo. Me lo sono smanettato lentamente, sentendo l’asta indurirsi sempre più.
    
    Riabbassando lo sguardo ha visto la mia verga spuntarmi da sopra i bermuda blu e ha commentato:
    
    “Adesso sono io ad aver voglia di frutta. Quella bananona mi stuzzica proprio!”
    
    L’ho fatta scendere di due pioli, poi le ho detto di fermarsi. Reggevo forte la scala di legno, mentre ho infilato la testa sotto la sua gonna. Sono arrivato sfacciato con la bocca fra le sue cosce. Ho preso a leccarla vergognosamente sullo spacco peloso e, senza smettere, sono arrivato a slinguarle il solco del culo. Ho infilato la punta della lingua nell’ano, mentre sentivo le guance appiccicarsi alle sue grasse chiappe.
    
    È stata una lappata fantastica, fatta con una brama avida e oscena.
    
    La porca di mia cognata ha sussultato lanciandosi scappare un urletto e anche il cestino (con le pesche, che si sono sparse sull’erba), sentendo la mia lingua infilarsi bagnata, a tradimento, nello spazio tra fica e culo. Poi ha stretto forte la presa sulla scala e, sospirando e ansimando, si è goduta ...
«123»